Stop alla gara per la fornitura dei pasti negli ospedali siciliani, un appalto da 156 milioni di euro gestito attraverso la centrale unica di Committenza siciliana. Il tar di Palermo ha emesso una ordinanza sospensiva accogliendo l’istanza della Cot, una delle imprese interessate, che contesta il cambiamento dei criteri per la presentazione delle offerte economiche. Una scelta che era stata assunta e comunicata a gara in corso secondo la memoria degli avvocati dell’impresa

La Regione avrà dieci giorni di tempo per presentare la propria difesa in vista dell’udienza di merito fissata per il 7 novembre ma intanto non potranno scadere i termini per la presentazione delle offerte che dovevano chiudersi martedì 15 ottobre.

La gara parte da una base d’asta che di per se è già più bassa rispetto al costo medio attuale che supera i 14 euro a pasto per paziente e si conta di ottenere un prezzo ancor più favorevole per la Regione che potrebbe risparmiare anche più di un euro a pasto per ciascun degente

La centrale unica di committenza regionale è al centro della polemica di questi giorni dopo che il governo regionale ha deciso di dismetterla ed affidare le gare fuori dalla Sicilia. Contro questa decisione si sono schierate le organizzazioni delle piccole e medie imprese e l’opposizione in massa e la Commissione bilancio dell’Ars ha annunciato una risoluzione su questo tema. L’ufficio in questione dipende dall’assessorato all’economia e opera per tutti i settori dell’amministrazione, in questo caso per la sanità.

Il nuovo stop per quello che sembra un errore nella compilazione dei documenti di gara potrebbe dare ulteriore linfa all’idea del governo di chiudere la Cuc Sicilia e affidarsi ad altri ma resta in piedi il grande tema: è possibile che per far le cose bene le si debbano far fare ad altri e non ci siano capacità e soluzioni locali?

 

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