Ieri pomeriggio diverse consulte giovanili dell’isola, sull’invito dei cinque consiglieri palermitani della Consulta Regionale, hanno deciso di porre l’attenzione sul fenomeno degli incendi boschivi che poche settimane fa hanno devastato diverse aree del nostro territorio.
Hanno scelto di esporre degli striscioni nelle sedi istituzionali, nei boschi, nei parchi dei propri paesi, delle proprie città, con su scritto “ #Stop incendi. Difendiamo la nostra terra’’.
“Ogni anno, al sorgere dei primi venti caldi- afferma Federico Guzzo consigliere regionale e presidente della Consulta di Bagheria- ci troviamo ad assistere ai plurimi e tristi spettacoli che trasformano la Terra del Sole nella Terra del Fuoco. Siamo costretti a vedere bruciare letteralmente pezzi del nostro patrimonio culturale e della nostra identità legati alla natura che ci circonda. Il problema ancestrale degli incendi in Sicilia pone le sue radici su tre aspetti: politico, socio-culturale ed economico. Il primo aspetto evidenzia come una politica che agisce in maniera tardiva e a posteriori non possa garantire la salvaguardia del territorio che necessita di azioni programmate, interventi tempestivi e misure di prevenzione stabilite e applicate prima che succeda il disastro; il problema socio-culturale è legato alla poca diffusione di una cultura e di una politica dell’ambiente, che attecchisce solo nel caso in cui ci sia una personale sensibilità all’argomento. L’Isola non è nuova a questi tristi episodi e, anche in assenza di casi straordinari come il lockdown, è prassi che gli interventi tardino ad essere messi in atto. Le risposte laconiche e gli interventi riparatori hanno determinato la perdita di migliaia di ettari di preziosa area boschiva e naturale. Alla data del 15 luglio 2020 risultavano 2700 gli ettari di territorio bruciati in Sicilia, l’ultima serie di incendi ha portato via altri 3000 ettari di bellezza e patrimonio naturale. Chiediamo l’istituzione di programmi di educazione e sensibilizzazione della cittadinanza, a partire dalle scuole, come d’altronde previsto dalla legge 353/2000 per diffondere una cultura del rispetto del patrimonio naturale e forestale del nostro paese e ridurre in maniera consistente la frequenza di incendi accidentali. Chiediamo inoltre una maggiore applicazione e un più frequente aggiornamento degli strumenti di previsione degli incendi boschivi, come le carte di rischio e di vulnerabilità. Nonostante l’esistenza di diversi strumenti per la lotta agli incendi e un certo impegno istituzionale, quello che è stato fatto risulta ancora insufficiente, per cui, noi giovani delle Consulte Giovanili, spinti dall’amore che ci lega al territorio e all’ambiente che lo contraddistingue, vorremmo avanzare delle richieste e proporre delle misure che possano contribuire alla salvaguardia del nostro patrimonio naturale. Per questa ragione abbiamo deciso di indirizzare una lettera alle istituzioni competenti per chiedere come pensano di contrastare il fenomeno, quali sono le misure in atto e se si è pensato a un piano efficace nel tempo.’’, conclude Guzzo.
“Pensiamo sia necessaria la messa in campo tempestiva di provvedimenti volti a prevenire gli incendi – afferma Maria Occhione, consigliere regionale e presidente della Consulta di Belmonte Mezzagno- privilegiando le aree più soggette, e ricorrendo sia a tecniche convenzionali, sia a tecniche innovative ma già adottate in altri paesi. Sicuramente serve una maggiore sorveglianza delle aree boschive, realizzata in maniera passiva attraverso torri di controllo, già presenti in molte aree, e in maniera attiva adoperando droni, con voli di ricognizione giornalieri. Infine, vista la particolare vulnerabilità della regione Sicilia agli incendi boschivi, dolosi e non, e la frequenza con cui questi si verificano, vista la consistente spesa annua erogata per l’affitto dei canadair, chiediamo alle istituzioni Regionali di competenza di dotarsi di una propria flotta di velivoli per l’estinzione degli incendi, pubblica e pronta a intervenire tempestivamente in caso di emergenza. Le consulte giovanili- conclude Occhione – hanno lanciato un chiaro messaggio, purtroppo molte non hanno potuto aderire all’iniziativa in modo pratico poiché, come nel caso di Belmonte Mezzagno, l’emergenza covid lo ha impedito. Pensiamo sia arrivato il momento di agire, non facendo passare in sordina, ancora una volta, la noncuranza delle istituzioni ma pretendiamo risposte immediate ed esaustive”.
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