- Polemiche dopo le dichiarazioni dell’ex pentito Maurizio Avola
- L’intervento di Claudio Fava e Salvatore Borsellino
- La replica di Michele Santoro
Hanno sollevato l’indignazione di Salvatore Borsellino e Claudio Fava le dichiarazioni rilasciate dall’ex collaboratore di giustizia Maurizio Avola, raccolte nell’ultimo libro di Michele Santoro, andate in onda ieri sera su La 7 nella trasmissione condotta da Enrico Mentana.
La rabbia del fratello di Borsellino
“Maurizio Avola è un inquinatore di pozzi, un ondivago e ambiguo presunto collaboratore di giustizia che pure nelle sue dichiarazioni passate aveva lucidamente delineato la strategia dei falsi ‘pentiti’ di mafia” ha detto Salvatore Borsellino, il quale teme che “ci sia dietro una manovra per cercare di minare i punti fermi finalmente raggiunti attraverso la sentenza del Borsellino Quater, per cercare di avallare il depistaggio dei ROS fondato sul dossier mafia-appalti come elemento scatenante della strage di Via D’Amelio, per tirare fuori lo Stato deviato da questa e da altre stragi e per ridare una verginità che chi la ha perduta, e irrimediabilmente, da tempo”.
“Santoro superficiale”
Sulla vicenda è intervenuto il presidente della Commissione regionale antimafia, Claudio Fava, figlio di Pippo Fava, il giornalista vittima di un agguato mafioso. “Avola afferma – scrive Fava sui social – di aver ammazzato Giuseppe Fava. Dice di aver caricato di esplosivo l’auto bomba di via D’Amelio. Sostiene di essere l’ultimo ad aver visto vivo il giudice Borsellino e di aver dato lui il segnale per far saltare in aria l’auto. Dice di sé, e degli altri compari, un mucchio di strampalate e supponenti falsità che hanno avuto l’onore della cronaca televisiva (ieri sera sulla 7) e la consacrazione letteraria sul libro che gli ha dedicato un giornalista esperto – ma stavolta assai superficiale – come Michele Santoro”.
La replica di Santoro
“Apprendiamo – scrive il giornalista Michele Santoro – dal comunicato della Procura di Caltanissetta che alle dieci del mattino, Avola è stato fermato per un controllo di polizia a Catania nel giorno precedente alla strage. Ciò non smentisce che a ora di pranzo Avola potesse trovarsi a Palermo in compagnia di Aldo Ercolano. Dunque lasciamo lavorare gli inquirenti ma niente di quello che abbiamo raccontato risulta al momento falso”.
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