Centinaia di studenti universitari e delle scuole superiori, dopo essersi radunati in piazza Verdi, sono scesi in corteo per il diritto alla lotta e alla libertà d’espressione oggi a Palermo.
Dietro uno striscione sul quale si legge “Liberi di lottare”, gli studenti palermitani hanno rivendicato la loro libertà di manifestare il proprio dissenso, poiché, in quanto giovani nati e cresciuti negli anni della crisi, sono testimoni oculari di un progressivo smantellamento di tutti quelli che fino a qualche tempo fa venivano in maniera indiscutibile definiti diritti fondamentali.
“Parliamo di un sistema di servizi pubblici – afferma Marco Guerrieri, studente di un istituto tecnico della città – che non funziona e sul quale le istituzioni non investono; del totale smantellamento del mondo del lavoro; della totale privatizzazione dell’università che sempre più diventa luogo di formazione per una élite benestante, che vive in uno stato di totale abbandono, al punto tale da poter essere definita davvero università delle macerie; parliamo di un mondo della scuola ormai totalmente aziendalizzato, in cui gli studenti si sono trasformati in forza lavoro gratuita, in cui i presidi sono diventati manager di aziende che, come unico scopo, hanno quello di fare accumulare più profitto possibile alle aziende con cui collaborano e che stanno dentro le amministrazioni degli istituti superiori”
“Palermo e i suoi studenti – sostiene Giulia Callari, studentessa di Scienze della Comunicazione – hanno dimostrato di saper organizzare dal basso una reale opposizione sociale ai provvedimenti dei vari governi che hanno smantellato l’istruzione. Oggi il governo italiano è presieduto da Matteo Renzi, un premier tra i peggiori degli ultimi decenni, autore del Job’s Act, della Buona Scuola, distruttore di tutti i servizi sociali e di tutti i diritti sul lavoro e sulla salute. Pochi giorni fa è giunto nella nostra città, invitato dal Rettore dell’Università di Palermo, Fabrizio Micari, per inaugurare l’anno accademico. Come è di norma per la casta politica, ha utilizzando questo momento con l’unico fine di farsi propaganda senza minimamente accennare alle scuole e alle facoltà che crollano, ai migliaia di giovani che ogni anno abbandonano la nostra città. Porto qualche esempio: nel giro di sette anni (2008-2015) il finanziamento per l’università di Palermo si è ridotto del 30% arrivando ad appena 192 milioni nello scorso anno. Il contributo di funzionamento destinato alle regioni – enti preposti all’adempimento di politiche legate al “diritto allo studio” – è sceso da 24 a 14 milioni. La risposta di Renzi alla protesta è stata la totale militarizzazione del centro storico e i manganelli della polizia. Il governo nazionale, che come i governi precedenti affama le fasce più deboli e smantella il welfare, ha volutamente portato avanti un livello repressivo in tutta Italia contro chi si oppone allo stato di cose presenti, attraverso cariche contro i manifestanti di ogni città. Ecco perché oggi siamo scesi in piazza, perché a tutto ciò bisogna dire basta, abbiamo il diritto e il dovere di migliorare la nostra condizione e lo stato di cose presenti che dall’alto e con violenza tentano costantemente di imporci”
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