Un mega taglio di oltre 80 milioni di euro che rischia di mettere in ginocchio teatri, grandi orchestre, welfare ed Ersu è stato stoppato dalla commissione Cultura dell’Ars, che, grazie ai voti decisivi del M5S, ha dato parere negativo a un emendamento del governo che prevede riduzioni a raffica rispetto agli stanziamenti dell’ultima legge di stabilità.

Dopo gli stralci dalla Finanziaria operati dalla commissione bilancio, arrivano anche i tagli del governo.

L’emendamento del governo, tra le altre cose, prevede grosse sforbiciate praticamente per tutti i teatri siciliani, istituzioni culturali, per il Furs (fondo unico per lo spettacolo), centri antiviolenza, consultori, Ersu, vittime delle criminalità e delle estorsioni. Per sbarrare la strada al governo sono stati determinanti i voti contrari dei 5 stelle (Di Paola, Di Caro, Trizzino e Schillaci). Ora la palla passa alla commissione Bilancio e il M5S lancia l’allarme per cercare di affossarlo definitivamente.

“Se è questa la Sicilia Bellissima che vuole Musumeci – commenta Nuccio Di Paola – siamo a posto. Un taglio del genere è inammissibile e ci proietta indietro di anni, anziché nel futuro. Sicuramente il governo tenterà il blitz nuovamente in commissione Bilancio. Anche là ci metteremo di traverso”.

“È vergognoso – commenta deputata Gianina Ciancio – che ieri ha seguito i l lavori in commissione e che negli anni passati ha seguito passo passo le vicende delle istituzioni culturali – come nel giro di 24 ore il governo abbia smentito se stesso e tradito le rassicurazioni date agli addetti ai lavori, stravolgendo l’indirizzo espresso in quinta commissione.  Questo significa prendere in giro i cittadini. Mantenere questa linea significa decretare l’ennesimo calvario per le più importanti istituzioni culturali, pubbliche e private. La commissione Cultura ha presentato emendamenti importanti all’unanimità, che mirano a garantire le somme necessarie al funzionamento degli enti. Ci auguriamo che  la commissione Bilancio rimedi a questo scempio, e che tutto ciò venga archiviato come una provocazione”.