Un centinaio di dirigenti scolastici ha partecipato questa mattina all’assemblea organizzata dai sindacati della scuola Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola e Snals nell’aula magna dell’Itc Vittorio Emanuele III, di via Duca della Verdura. Al centro dello stato di agitazione della categoria il taglio dei fondi contrattuali, la riduzione delle retribuzioni e i temi del reclutamento, della valutazione affidata a ispettori scelti in modo discrezionale e del rapporto con la retribuzione di risultato.
La mobilitazione è stata indetta in vista del presidio del 9 davanti al Miur per la protesta nazionale della categoria. A fine mattinata una delegazione ha consegnato n documento che illustra le ragioni della vertenza. Presenti i segretari nazionali del comparto Gianni Carlini, Flc Cgil, Mario Guglietti Cisl Scuola, Rosa Cirillo Uil scuola, Pasquale Ragione Snals Confsal.
“All’assemblea di Palermo è emerso il malcontento dei dirigenti scolastici. Lo stato di agitazione è dettato da fattori multipli: a fronte dell’aumento di difficoltà, di compiti e di responsabilità, i dirigenti scolastici devono fare i conti con la diminuzione del salario e con modalità di valutazioni non chiare – ha dichiarato Franca Giannola, segretario Flc Cgil Palermo e coordinatore regionale dei dirigenti scolastici della Flc Sicilia – Nella nostra regione, nonostante siano stati sottoscritti dalle organizzazioni sindacali i contratti integrativi regionali, le rilevazioni prodotte dalla ragioneria dello Stato, di cui non conosciamo il risultato, ne impediscono l’esigibilità. Mi riferisco agli anni scolastici 2012/13, 2013/14 e 2014/15. Nulla di fatto per l’anno in corso”.
“I dirigenti scolastici vivono troppi paradossi – aggiunge Gianni Carlini, responsabile comparto dirigenti scolastici della Flc Cgil Palermo – Le responsabilità e i compiti burocratici aumentano e si allontana il dirigente dal lavoro di cura nei confronti della scuola, aumentano le difficoltà della scuola e diminuiscono le retribuzioni. A Palermo e in Sicilia esistono le stesse emergenze del resto d’Italia. Ma qui la prospettiva è ancora più pesante: in assenza dei concorsi, aumenterà il carico di lavoro. Il tasso dei pensionamenti è alto: su mille dirigenti, il 10-15 per cento andrà in pensione. E non sarà sostituito”.
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