I soldi scrupolosamente contati in bagno, erano le mazzette che passavano alla motorizzazione di Palermo. Quasi una cosa che aveva un rituale. Mai i soldi venivano contati all’interno degli uffici. Forse perché in questo modo la presunta cricca pensava di essere lontana da occhi indiscreti e soprattutto dalle microspie. La polizia però aveva pensato anche a questa eventualità. E le microspie la polizia stradale le piazzò anche nell’androne dei servizi igienici dell’immobile Palermitano. Per questa inchiesta, scattata qualche giorno fa, ci sono 42 indagati.

Le mazzette all’interno di carpette

Tra loro figura il cosiddetto “personaggio chiave”. Si tratta di Luigi Costa, uno dei funzionari della motorizzazione. Personalmente pelava con i colleghi e andava a contare i soldi in bagno. Mazzette che arrivavano all’interno di alcune carpette che venivano lasciato all’ingresso degli uffici. All’epoca dell’inchiesta imperversava ancora il covid e non potevano esserci contatti diretti con l’utenza ma si era trovato il modo per aggirare l’ostacolo.

La perquisizione e la montagna di soldi

Dalle intercettazioni Costa chiedeva apertamente se erano stati portati i soldi. Poi apriva la carpetta e metteva la busta in tasca. Infine si dirigeva nel bagno all’interno degli stessi locali della motorizzazione e faceva i conteggi. Dentro casa di Costa sono stati trovati ben 590 mila euro in contanti. Ma gli inquirenti sono convinti che questi sodi potrebbero non essere tutti ricollegati all’inchiesta sulla corruzione alla motorizzazione.

Un presunto giro di mazzette

Dietro al blitz ci sarebbe un giro di mazzette incassate dai pubblici ufficiali che, in cambio di soldi, avrebbero chiuso un occhio sulla regolarità di centinaia di pratiche automobilistiche. Ben 187 i capi di imputazione, l’inchiesta coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio De Lucia.

Sequestrati denaro e numerosi fascicoli

Numerose le perquisizioni effettuate: presso la motorizzazione e le agenzie disbrigo pratiche automobilistiche. Sigilli anche a centinaia di fascicoli di pratiche automobilistiche. L’indagine ha avuto inizio nel 2020 e ha visto impegnati, per oltre due anni, gli investigatori della stradale in una complessa ed articolata attività di indagine coordinata dalla Procura di Palermo, anche con l’ausilio di intercettazioni audio e video. Gli accertamenti hanno consentito di richiedere e ottenere la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di 8 funzionari della motorizzazione civile di Palermo e di 13 responsabili di agenzie disbrigo pratiche ricadenti nella provincia di Palermo.


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