Al referendum sul riordino dei confini tra Monreale e San Giuseppe Jato voteranno soltanto i cittadini coinvolti in questa eventuale nuova annessione. Così ha stabilito il Tar di Palermo che si è pronunciato sul ricorso che era stato presentato dal “comitato riordino confini territoriali San Giuseppe Jato-Monreale” e dal Comune di Monreale. Dunque andranno al voto solo i residenti delle zone interessate alla variazione territoriale, e quindi che ricadono nelle contrade Bommarito, Dammusi, Ginestra e Signora.
Le motivazioni del comitato
Ad emettere sentenza il tribunale amministrativo con pronunciamento del presidente Salvatore Veneziano e relatore Luca Girardi. Ad essere stata accolta è la tesi del comitato che è sorto per il riordino dei confini territoriali tra San Giuseppe Jato e Monreale. In pratica con questo referendum si richiede che alcune contrade che ricadono in territorio di Monreale possano essere invece annesse a San Giuseppe Jato. Essenzialmente i motivi sono l’assenza di servizi garantiti dal Comune monrealese, il cui centro abitato che logisticamente è molto distante. Questo lembo di territorio è molto più vicino a San Giuseppe Jato che però non può erogare servizi proprio perché non sua giurisdizione.
I motivi del ricorso
Nell’agosto dello scorso anno l’assessorato regionale delle Autonomie locali e della Funzione pubblica aveva emanato un decreto, con il quale disciplinava la consultazione referendaria prevista dalla normativa regionale nel caso di variazione territoriale. In questo caso specifico lo scorporo di porzioni di territorio dal Comune di Monreale per essere annesse al Comune di San Giuseppe Jato. Nell’emettere però questo provvedimento l’assessorato aveva previsto che i votanti dovessero essere tutti i cittadini dei due comuni e non solo coloro che risiedevano nei territori oggetto di variazione.
La contesa
Il comitato ha quindi promosso, con l’assistenza degli avvocati Francesco Miceli e Luciano Romeo, un ricorso davanti al Tar per contestare questa scelta. Analogo ricorso era stato promosso anche dallo stesso Comune di Monreale, il quale riteneva illegittima l’intera procedura di consultazione. La sentenza ha tuttavia accolto le censure del solo comitato, evidenziando come “il provvedimento impugnato risulta carente di adeguata motivazione circa l’interesse qualificato di tutto il corpo elettorale a partecipare alla consultazione referendaria”. Quanto al ricorso promosso dal Comune di Monreale, il Tar ha ritenuto in parte infondate le censure e in parte assorbite dall’accoglimento del ricorso del comitato. Adesso l’assessorato dovrà adeguarsi alla sentenza, emanando un nuovo provvedimento che tenga conto dei vizi evidenziati dal Tar.
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