La Prefettura di Agrigento le aveva negato l’iscrizione nella “white list”, emettendo un’informativa interdittiva antimafia. Interdittiva che, adesso, dopo la pronuncia del Tar Sicilia, è stata sospesa e dunque l’impresa di Favara (Ag) – che si occupa di estrazione, fornitura e trasporto di terra e materiali inerti – potrà essere iscritta nell’elenco di fornitori di beni e prestatori di servizi: la “white list”.
Di fatto, la sezione prima del Tar di Palermo, ha accolto il ricorso della cinquantatreenne di Favara, titolare della ditta individuale, che è stata rappresentata dagli avvocati Girolamo Rubino e Calogero Marino. L’interdittiva antimafia della Prefettura era stata basata sul fatto che la titolare della ditta fosse figlia di un pregiudicato per associazione mafiosa, sorella di un uomo sottoposto ad una condanna di primo grado per associazione mafiosa e moglie di un condannato, in primo grado, per associazione mafiosa.
Gli avvocati hanno censurato il provvedimento, impugnato sotto il profilo dell’eccesso di potere per difetto d’istruttoria e carenza di motivazione, perché il padre della titolare dell’impresa è deceduto nel 2015, il fratello è stato assolto con sentenza della Corte d’Appello di Palermo e il marito non risulta più convivente con la donna visto che si sono separati nel 2008.
Commenta con Facebook