Nei prossimi giorni volerà a Orlando, in Florida, per partecipare all’annuale convention dei conservatori americani. Annalisa Tardino, europarlamentare siciliana della Lega Salvini Premier e componente del gruppo Identità e Democrazia, farà parte della delegazione che da Bruxelles partirà alla volta degli States, un viaggio che arriva in un periodo in cui il leader del suo partito, Matteo Salvini, ha lanciato l’idea di un nuovo partito repubblicano nel nostro Paese. Per lei sarà anche un’occasione per incontrare membri del Congresso Usa e senatori, nonché le comunità di italiani presenti in Florida, imprenditori e parlare anche di rapporti economici.

In America, riuscire a partecipare a questa convention annuale è considerato un privilegio. È così anche per lei?

“Certo, per me sarà un onore partecipare per la prima volta al CPAC, un appuntamento che ha un’eco mondiale. Quello a stelle e strisce è sicuramente il più grande e importante partito di centrodestra al mondo e ritengo utile confrontarsi con una realtà come quella americana, punto di riferimento per ogni liberale e democratico. Con gli Usa condividiamo molti punti della visione geopolitica ed economica globale, e per questo il dialogo nel quadro dell’alleanza atlantica è importante. D’altronde si tratta di un paese che si ispira alla libertà, alla fierezza di appartenere a una comunità con un forte senso di identità e di patriottismo. Quello che manca del tutto alla sinistra italiana”

Quindi Trump, per lei, è un modello da seguire?

“Il partito Repubblicano americano oltre a essere un interlocutore è anche un riferimento, non solo per la Lega, ma a livello globale anche per tutti i partiti dell’area di centrodestra, da quella popolare a quella definita sovranista. Certo, dobbiamo tenere conto che Italia e Stati Uniti hanno storie e culture differenti, ma Trump ha comunque dimostrato di saper risollevare un paese dalla crisi e di saper gestire rapporti importanti a livello internazionale, come con la Russia di Putin.

Peraltro basta guardare alle sue politiche: tasse, difesa nazionale, misure a favore della crescita. Fatta eccezione per le politiche commerciali, si è mosso sulla scia di Reagan, il presidente che ha scolpito l’identikit del partito che tutti noi oggi conosciamo. Inoltre, ha saputo proteggere durante il suo mandato gli interessi del suo popolo, sia a livello politico che economico. Quello che purtroppo l’Italia non è riuscita a fare negli ultimi decenni, soprattutto dall’entrata nell’euro e dall’accettazione di politiche a trazione eurocratica. La Lega, in sede internazionale, ha sempre difeso gli interessi del popolo italiano”.

Se adesso ci fosse Trump, quindi, non si rischierebbe la guerra in Ucraina?

“Trump stesso ha dichiarato che se ci fosse stato lui non si sarebbe arrivati a questo punto della crisi, cosa che invece sta avvenendo con Biden e i progressisti, complice anche la debolezza dimostrata dall’occidente, con tutte le ripercussioni e ricadute pericolose che potremmo avere in Europa”.

Cosa rischiano ora l’Italia e l’Europa alla luce della crisi in Ucraina?

“Il prezzo del gas è ormai alle stelle, ed è necessario un impegno pragmatico senza ideologie per evitare una guerra ai confini dell’Europa. È di fondamentale importanza continuare con gli sforzi diplomatici per proteggere l’integrità territoriale dell’Ucraina, evitare il conflitto e il conseguente shock energetico sul gas. Tante categorie produttive ci rappresentano una situazione drammatica, che potrebbe arrivare allo stop delle attività, dai trasporti all’agricoltura. Uno scenario da evitare per il nostro Paese e per la Sicilia”.

Tornando alla convention in Florida

Matteo Salvini nelle scorse settimane aveva lanciato l’idea di realizzare un partito repubblicano anche Italia. Quali forze e idee potrebbe mettere in campo questo partito o, forse meglio, questa nuova coalizione?

“La proposta del nostro leader ha un solo scopo, cioè l’unità del centrodestra italiano. Quella che sanno mettere in campo i repubblicani Oltreoceano, anche se i diversi candidati hanno dimostrato di avere posizioni differenti tra loro. È un livello di maturità al quale dovrebbe puntare la nostra area politica, perché non basta fare la semplice somma delle forze e dei numeri. Quanto accaduto in occasione dell’elezione del presidente della Repubblica ha mostrato i limiti dell’attuale coalizione, nonostante lo sforzo di Salvini che ci ha messo la faccia nel cercare un nome che mettesse tutti d’accordo, mentre altri si sono sfilati o si sono limitati a dire ‘no’ e basta. Credo sia arrivato il momento di decidere cosa si vuole fare da grandi”.

La federazione che ha in mente Salvini non ha però trovato tutti d’accordo…

“Credo che se si vuole offrire al paese un cambio di passo, e agli elettori una proposta di governo di centrodestra, occorra superare gli egoismi, ai quali invece abbiamo assistito nelle ultime settimane, e i meri calcoli elettorali, al fine di convergere su una proposta valoriale in cui le diverse forze possano riconoscersi, ciascuna nella propria individualità. Una cultura politica alternativa al progressismo di sinistra, con uno stesso obiettivo politico, e con alla base il sentimento nazionale a fare da guida nella continua difesa degli interessi degli italiani. L’Italia è un paese da rifondare tramite riforme e investimenti capaci di rilanciare la società e l’economia, lo Stato non può ancora porsi come nemico del cittadino e solo un governo forte e coeso potrà farlo. Noi crediamo nei valori della sicurezza e della legalità, nella tutela dei valori cristiani e della famiglia, nel sostegno ai giovani e dei più deboli, e restiamo contro il fanatismo islamico e il politicamente corretto che porta a una degenerazione della nostra cultura e civiltà”.

Tutte cose sulle quali però trovate ostacoli in Europa.

“Crediamo anche nell’Europa, ma in un’Europa diversa da quella che è stata costruita, e più in linea con il disegno dei padri fondatori. Un’Europa capace di rispettare e valorizzare le differenze e specificità di ogni paese, lasciando maggiore spazio alla sovranità e alla sussidiarietà. Cosa che fino ad ora l’Ue non ha fatto perché affidata più ai burocrati che alla politica. Guardando ai temi che più mi toccano da vicino, non si può nemmeno continuare con le attuali politiche in campo agroalimentare, nel settore della pesca o di gestione del fenomeno migratorio, dove l’ipocrisia regna sovrana: a volte sembra proprio che a Bruxelles nemmeno si accorgano di quello che succede nel Canale di Sicilia, tranne nel caso di tragedie, ma noi siamo lì per ricordarglielo costantemente”.

A proposito di Sicilia

Da qualche settimana lei è stata nominata componente della Commissione per i trasporti ed il turismo del Parlamento europeo. L’Isola, di problemi da risolvere, ne ha tantissimi in fatto di trasporti, a partire dalla infinita diatriba sul Ponte di Messina. Un territorio, come gran parte del Mezzogiorno italiano, che negli anni è stato tagliato fuori dalle grandi reti di comunicazione. Quali prospettive per il prossimo futuro?

“In questi due anni e mezzo di mandato, con la Lega ci siamo già battuti affinché territori come la Sicilia e la Sardegna soffrissero meno i disagi dati dall´insularità. Purtroppo non abbiamo ottenuto i riscontri sperati, nonostante qualche risposta positiva e importante, come quella sulla finanziabilità Ue del Ponte. Per questo ho chiesto di entrare in commissione, dove non c’erano rappresentanti siciliani, per cercare di ottenere risultati concreti, in considerazione del PNRR e della partita che giocheremo sulla revisione della rete Ten-T. Siamo davanti a una grandissima sfida, cruciale per il futuro della Sicilia. L’Europa deve garantire, ed è questo il nostro impegno, trasporti efficienti e disponibili per tutti, perché senza un vero sviluppo del sistema trasporti, praticamente assente dalle nostre parti, non potrà nemmeno esserci crescita per tutta l’economia siciliana, che si fonda su agroalimentare e turismo. Merci e persone devono poter viaggiare con rapidità ed efficienza: la Sicilia è a un bivio e non può permettersi di imboccare la strada sbagliata, in Europa come nelle prossime scelte di governo regionale”.