A Palermo aumenterà la TARI. L’incremento della tassa sui rifiuti per il 2024 sembra ormai inevitabile. Il Consiglio Comunale dovrà votare il Pef (Piano Economico Finanziario), ovvero il documento in base al quale si calcola la TARI,  entro il 30 aprile. La partita vera però sembra giocarsi da un’altra parte, ovvero negli uffici della SRR (Servizio regolamentazione e gestione rifiuti). Un ente regionale che risponde direttamente all’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (abbreviato ARERA) e che ogni anno decide l’ammontare del Pef in base ai costi di gestione del servizio di raccolta rifiuti. Mansioni di cui si occupa, come è noto, la Rap.

Gli aumenti della TARI previsti per i prossimi due anni

La società Partecipata del Comune ha ratificato il Pef Tari il 28 marzo. Un documento che prevede aumenti consistenti per il 2024 e per il 2025. “Per ciascuna annualità del biennio – si legge nella determinazione del CdA di Rap -, le entrate tariffarie di riferimento finali, intese come entrate tariffarie massime applicabili nel rispetto del limite di crescita assumano i valori di 115 milioni di euro + IVA nell’annualità 2024 e di 118 milioni di euro + IVA per l’annualità 2025“. Considerato che il corrispettivo del Pef Tari 2023, al netto dell’IVA, ammontava a 103 milioni, per l’annualità 2024 si registra un aumento di 12 milioni, mentre per quella 2025 la cifra sale addirittura a 15 milioni.

I problemi del servizio di raccolta rifiuti

Un salasso che, chiaramente, si ripercuoterà sulle tasche dei cittadini palermitani ma non solo. Il Comune ha infatti disposto un aumento di 50 centesimi sulla tassa di soggiorno. Questo proprio per far fronte agli aumenti previsti dal Pef Tari. Incrementi che arrivano, per giunta, in un momento storico nel quale le strade di Palermo sono invase dalla spazzatura. Ciò per effetto dei ritardi nella raccolta conseguiti durante il weekend di Pasqua. Secondo quanto dichiarato dalla Rap in una nota, “i rallentamenti sono stati causati dalla presenza ridotta del personale (ridotto al 50%) nonchè dal mancato rispetto da parte dei cittadini del divieto di conferimento dei rifiuti nei giorni di festa”. Un arretrato sul quale i lavoratori dell’azienda stanno cercando di porre una pezza.

Le carenze di personale della RAP

Al di là della singola emergenza (la quale purtroppo si ripropone ciclicamente durante i periodi festivi), i numeri di Rap parlano chiaro. Il personale dell’azienda si è ridotto di 900 unità negli ultimi dieci anni. In attesa della conclusione dei due concorsi indetti dalla società Partecipata del Comune (quello per assumere 46 nuovi autisti e quello per inserire 306 operatori ecologici), bisognerà fare di necessità virtù. Ma è chiaro che un rilancio della società passa inevitabilmente da maggiori entrate, così come sottolineato anche all’interno del piano di risanamento recentemente varato da Rap. Ciò può voler dire soltanto una cosa: l’aumento del Pef Tari. Lo chiede la governance aziendale, attraverso l’approvazione del Pef. Lo chiedono da tempo i sindacati per garantire all’azienda maggiori margini di manovra.

Comune al lavoro per limitare i danni

D’altra parte, un aumento della tassa sui rifiuti potrebbe essere indigesto ai palermitani. Un tema sul quale il Comune di Palermo sta provando a lavorarci su. Due i fronti su cui si è mosso il sindaco di Palermo Roberto Lagalla. La prima mossa, richiamata sopra, è stata quella di disporre un’addizionale di 0,50 centesimi della tassa di soggiorno. Non è la prima volta che una simile voce di bilancio viene utilizzata per far fronte a spese impreviste. L’incremento dovrebbe consentire di ridurre l’impatto dell’aumento del Pef Tari di circa 3 milioni di euro. La seconda riguarda la predisposizione del Pef. Roberto Lagalla ha infatti scritto agli uffici della SRR lo scorso 3 aprile, inviando una direttiva con la quale, a proposito delgi aumenti della TARI per l’annualità 2025, ha chiesto di limitare gli incrementi alla cifra del 2024, scendendo dagli attuali 118 milioni + IVA previsti a 115,4 milioni di euro + IVA. Una sorta di “sconto” del 2,7%, sul quale il sindaco ha chiesto alla SRR una risposta “con ogni consentita urgenza, tenuto conto dell’imminente scadenza del termine del 30 aprile”.

“SRR non risponde al Comune di Palermo”

Il proposito è buono, ma deve fare i conti con i limiti normativi. Fatto sottolineato dal capogruppo del M5S Antonino Randazzo. “Sulla Tari ci sono poche idee ma ben confuse da parte del Sindaco Lagalla – sottolinea l’esponente pentastellato -. Non si comprende però in base a quale norma possa dare direttive obbligatorie e vincolanti alla SRR, soggetto istituzionalmente di rango superiore al Comune e che risponde direttamente gerarchicamente ad Arera (autorita reti elettriche e gas, rifiuti, ambiente) per la vidimazione del PEF Tari”. Da capire cosa deciderà di fare la SRR. Il tempo però stringe e il limite del 30 aprile si avvicina.

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