Scoppia un nuovo caso sul sistema di raccolta dei rifiuti a Palermo. Come è noto, il primo cittadino Roberto Lagalla ha emesso un’ordinanza sindacale (la numero 75 del 26 aprile 2024) relativa alla proroga delle speciali forme di gestione della spazzatura all’interno della discarica di Bellolampo. L’atto è solo l’ultimo di una lunga serie iniziata addirittura a maggio 2022. Ed è proprio su quest’ultimo punto che si è centrata l’attenzione delle opposizioni. Troppe le ordinanze secondo il gruppo consiliare del M5S, il quale ha inoltrato un’interrogazione al sindaco Roberto Lagalla per mano del capogruppo Antonino Randazzo. Domande poste in un momento chiave per l’impianto e per l’azienda, in attesa della conclusione della procedura per assumere 306 operatori ecologici e del definitivo via libera all’ingresso dei 46 nuovi autisti.

Momento chiave per Rap

Negli ultimi giorni la Rap è stata al centro dell’attenzione del mondo politico e non solo. In primo luogo, l’azienda ha incassato il via libera in Consiglio Comunale relativo al nuovo Piano Economico Finanziario Tari (abbreviato Pef Tari). Documento che ha stabilito un incremento del corrispettivo di 12 milioni per il 2024 e di 15 milioni per il 2025. Una scelta obbligata in virtù di quanto stabilito dalla SRR Palermo 1 (Società Regolamentazione Gestione Rifiuti) su indicazione di Arera, ente che risponde direttamente al ministero dell’Ambiente. Soldi che faranno comodo a Rap, in particolare secondo quanto previsto dal piano di risanamento dell’azienda. Dall’altra parte però c’è da fare i conti con un servizio migliorabile e per il quale i cittadini palermitani vedranno un cospicuo aumento della Tari. Ieri, alcune zone della città si sono svegliate invase dai rifiuti. In alcuni casi, leggasi in via Noce, i residenti sono stati costretti a fare lo slalom fra la spazzatura. E non è stato di certo un bel vedere.

Alla Rap il problema rimane sempre lo stesso: la carenza di personale. L’azienda ha perso 900 unità negli ultimi dieci anni. Un dato ormai noto a tutti gli attori coinvolti. L’unica soluzione è assumere. E la società Partecipata sta provando a farlo. Il 29 aprile scorso, Rap ha celebrato la prova scritta per la selezione di 306 nuovi operatori ecologici. Concorso che si associa all’altro bando, quello relativo all’ingresso dei 46 autisti in azienda. Risorse umane fortemente volute non solo da Rap ma anche dai suoi sindacati, stanchi del continuo ricorso a forme di doppi turni e straordinari per controbilanciare le carenze di personale. Fronte sul quale il presidente Giuseppe Todaro ha annunciato novità a partire dal prossimo CdA del 7 maggio. Se così non sarà, sul fronte sindacale ci potrebbero essere prese di posizione importanti, alla luce del “no” già espresso da Cgil e Uil al rinnovo dei progetti di produttività e dall’ultimatum posto da Fiadel e Cisl proprio sull’utilizzo di doppi turni e straordinari per far fronte alle carenze di personale.

L’interrogazione consiliare sulle ordinanze sindacali relative a Bellolampo

Fatti ai quali si è associata anche la nuova ordinanza relativa alla discarica di Bellolampo. Documento con il quale il sindaco Roberto Lagalla consente “speciali forme di gestione dei rifiuti” all’interno dell’impianto. Atto che sarà valido per sei mesi, ovvero fino al 26 ottobre. Termine temporale entro il quale il primo cittadino conta di veder finiti i lavori al TMB e alla seconda tranche della settima vasca. Elementi fondamentali per uscire da un imbuto negativo lungo anni. Eppure, è proprio sulle tempistiche che le opposizioni puntano il dito. A muovere critiche è il capogruppo del M5S Antonino Randazzo. L’esponente pentastellato ha presentato infatti  un’interrogazione consiliare riguardante proprio la sequenza delle ordinanze sindacali su Bellolampo. Il capogruppo grillino ha richiesto chiarimenti “sui criteri adottati nell’emissione dell’Ordinanza Sindacale 75 del 26 aprile 2024 e se tale atto possa essere stato emanato in violazione ai principi normativi del Testo Unico sull’Ambiente“. In particolare, Randazzo contesta il fatto che tali ordinanze, a suo giudizio, “non possono essere reiterate per un periodo non superiore a 18 mesi per ogni speciale forma di gestione dei rifiuti“.