Roberto Alajmo lascia e il Teatro Biondo cade nel marasma. Navigava già sull’orlo del baratro da tempo ma la guida di Alajmo e il suo rapporto ‘forte’ con il sindaco Orlando davano quelle parvenze di certezze che permettevano di sperare. Ora  l’uomo forte del teatro se ne va e lo fa con una lettera durissima nella quale contesta le scelte dei soci e dunque anche del Comune e dice chiaramente che non si può disegnare alcun progetto in questo modo.

Alajmo se ne va dopo che il Comune ha tagliato un milione e 200 mila euro al Biondo in aggiunta agli altri tagli. e lascia dietro di se 47 dipendenti con tre mesi di stipendi arretrati.

 “Abbiamo avuto rassicurazioni che in settimana arriveranno gli stipendi di giugno e luglio per i lavoratori del Teatro Biondo e la settimana prossima con l’arrivo del contributo nazionale e del contributo regionale sarà pagata la quattordicesima. Questa per il momento è l’azione più urgente. E’ inaudito che i lavoratori abbiano tre mesi di stipendi arretrati – dice il segretario dell’Slc Cgil di Palermo, Maurizio Rosso, preoccupato per “la diatriba in corso al Biondo tra management del teatro, i soci e la politica -. “I lavoratori, insieme al sindacato sono preoccupati, stanno pagando in prima persona il prezzo di risanamento di questo teatro. E’ fondamentale erogare i finanziamenti in tempi e modi certi, un anno di ritardo porta al black-out totale dell’attività: gli interessi passivi delle anticipazioni bancarie si accumulano, non c’è possibilità di programmare le stagioni, non vengono pagati i fornitori. Tutto questo innesca un meccanismo diabolico. E invece la politica continua a improvvisare”.

“La notizia delle dimissioni ci coglie di sorpresa perché Alajmo ancora non ha completato il suo percorso. Anche se responsabile di alcuni errori, Roberto Alajmo ha triplicato incassi e abbonamenti, ha ridato slancio e visibilità nazionale a questo teatro da troppi anni chiuso in se stesso e isolato, ha portato Emma Dante, personaggio di spicco, nel panorama internazionale – dice Rosso – Forse Alajmo paga il prezzo di alcuni aspetti riferiti all’organizzazione del lavoro e alla produttività, che poteva mettere a punto meglio. E al reperimento di risorse private. L’integrativo aziendale non andava tagliato ma ridiscusso: poteva essere elemento fondamentale della produttività e della riorganizzazione del lavoro in chiave nuova e moderna. Un integrativo che affrontasse i temi della flessibilità, dell’azzeramento dello straordinario e della polivalenza dei lavoratori attraverso anche un percorso di formazione attraverso le nuove tecnologie”. “Speriamo di cominciare, subito dopo le paventate dimissioni di Alajmo – aggiunge Rosso – una discussione seria con la politica per programmare e organizzare con raziocinio le prossime stagioni del Teatro Biondo”.