Natale tempo di bilanci anche in campo sanitario. In tempo di tagli e riorganizzazioni in Sicilia tema caldo rimane sempre quello dei punti nascita. Queste strutture per rimanere operative dovrebbero registrare un numero di parti minimo di 500, salvo deroghe.

Nei comuni madoniti, Petralia Sottana, Cefalù e Termini Imerese, come riferisce Madonienotizie.it è tempo di attesa.

A parte il reparto di Ginecologia e Ostetricia del “Cimino” di Termini Imerese che ad oggi conta 556 parti, di cui 55 provenienti dalle alte Madonie,  Cefalù e Petralia Sottana, che non hanno raggiunto queste soglie, da qui al 31 dicembre vivranno momenti di assoluta fibrillazione fino a quando non si conoscerà il futuro in attesa di una deroga.

Non ci dovrebbero essere problemi per il San Raffaele-Giglio, con i 329 parti effettuati, 345 entro fine anno,  secondo le anticipazioni della deputata Magda Culotta, la deroga dovrebbe arrivare”.

Non si trova nelle stesse condizioni il reparto del “Madonna SS dell’Alto di Petralia. A Petralia il reparto è chiuso dal 31 dicembre scorso e, almeno secondo l’orientamento del Comitato Nazionale Percorso Nascite non sarà facile che venga riaperto.
Nel 2016 sono nati appena 4 maschi ed 1 femmina, tutti da partorienti intrasportabili per diverse ragioni.
Tuttavia il reparto di Ostetricia e ginecologia è rimasto operativo, per i parti in emergenza la guardia è garantita h 24 da 6 ginecologi, 6 ostetrici e personale sanitario in numero adeguato.
Inoltre, nel 2016, il reparto ha garantito 918 visite ambulatoriali, 890 esami strumentali ed è un punto di riferimento regionale per le interruzioni volontarie della gravidanza, ad oggi sono stati praticati 280 interventi.