Vanno dritti verso il processo una sessantina di indagati nell’ambito della maxitruffa sulle presunte tangenti ai fondi Ue sull’agricoltura scoperta nella zona di Termini Imerese, nel Palermitano. Come riporta oggi il Giornale di Sicilia, la Procura europea ha chiuso le indagini e dunque adesso il giudice per le indagini preliminari dovrà valutare se disporre il rinvio a giudizio anche sulla base delle richieste che avanzeranno i pubblici ministeri titolari delle indagini. I reati contestati, a vario titolo, sono di associazione a delinquere, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, corruzione, abuso d’ufficio, falso, distruzione e occultamento di atti e rivelazione di segreto d’ufficio.

L’operazione il 28 giugno scorso

L’operazione della guardia di finanza scattò il 28 giugno scorso e vennero alla luce presunti giri di tangenti e di truffe per l’ottenimento di fondi europei destinati all’agricoltura. Coinvolti funzionari pubblici, imprenditori e professionisti.

Il giro di corruzione all’Ipa

Il gip del tribunale di Termini Imerese aveva emesso una ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 22 persone. In 12 sono andati agli arresti domiciliati, mentre in 10 hanno avuto l’obbligo di presentazione alle autorità di polizia giudiziaria. E’ scattato anche un sequestro di beni per 2,5 milioni.

L’Ipa nel mirino delle fiamme gialle

Una indagine che è la prosecuzione della precedente indagine “Gulasch-Amici Miei”. Nel marzo 2020 erano stati numerosi gli indagati coinvolti in presunti illeciti legati all’iter di concessione dei finanziamenti in agricoltura, europei e nazionali, nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale 2007/2013 e 2014/2020, gestiti dall’Ispettorato Provinciale dell’Agricoltura della Regione Sicilia. Si tratta dell’ente che deve controllare e valutare le istanze. Ed è proprio sull’Ipa che si è focalizzato l’obiettivo dei finanziari che avrebbero messo in luce una presunta organizzazione fatta da funzionari dell’ente e da imprenditori che avrebbero fatto in modo di condizionare la valutazione delle istanze per attingere dai finanziamenti europei concessi nell’ambito del settore agricolo. Nell’indagine sono coinvolti infatti alcuni funzionari pubblici dell’Ipa che avrebbero favorito studi professionali di agronomi e ingegneri.

Le modalità della truffa

I funzionari, nel dettaglio, avrebbero sostituito in fase istruttoria dell’istanza, i fascicoli per fare in modo che le stesse istanze salissero in posizione utile in graduatoria. Ma c’è di più perché nella fase di rendicontazione, sarebbero state rallentate le procedure di collaudo e controllo così da evitare l’applicazione di penali, ovvero la decadenza o la revoca dei contributi già erogati.

Istanze viziate passavano lo stesso

La guardia di finanza avrebbe scoperto un giro di corruzione tra privati e funzionari pubblici che avrebbero omesso, in qualità di membri della commissione incaricata di verificare la sussistenza dei presupposti per l’ammissione delle domande, di rilevare i vizi della documentazione presentata per il tramite di uno studio tecnico, ricevendo in cambio da quest’ultimo prestazioni professionali a favore di uno stretto familiare. Sempre nell’ambito di una commissione, è stata accertata la presenza d’irregolarità nella documentazione, si sarebbero adoperati per consentirne la sostituzione ricevendo, quale utilità, un impiego a favore di un componente del nucleo familiare.

Tangenti per ottenere i fondi Ue nel Palermitano, in 60 verso il processo

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