I costi che il Comune di Terrasini si accinge a sostenere per presenziare a fiere estere a carattere turistico diventano terreno di scontro per la politica locale. L’opposizione in consiglio comunale accusa il governo cittadino di aver programmato una serie di spese che, a suo dire, non avrebbero un ritorno per il paese. Risponde però a muso duro l’assessore al Turismo, Vincenzo Cusumano, che comincia a sciorinare una serie di statistiche in cui evidenziare la crescita turistica del territorio.

Turismo di “prossimità”

In un documento congiunto i 6 consiglieri di opposizione, Ciccio Perna, Chiara Baiamonte, Noemi Bozzo, Alessandra Leone e Antonio Militello, sostengono che sino ad oggi il governo cittadino è stato solo in grado di realizzare un turismo di prossimità, in pratica in grado di attrarre solo visitatori dai paesi limitrofi che chiaramente garantiscono solo un turismo “mordi e fuggi”. Ora lo scontro di accende sulla delibera di giunta in cui si contesta l’appena approvato “Piano di promozione turistica” in cui si prevede la partecipazione del Comune in tre fiere in Russia, Brasile ed Emirati Arabi per una spesa di circa 25 mila euro.

Le “vacanze dorate dell’assessore”

L’affondo è di quelli pesanti: “Terrasini, e sfidiamo chiunque a negarlo, è poco più che un paese di villeggiatura, oltre che un ritrovo per visitatori dei comuni vicini, in maggioranza giovani, che riempiono i tantissimi locali – si legge -. Per questo davvero non capiamo il motivo per cui l’amministrazione comunale continua a spendere denaro dei cittadini, oltre 23 mila euro in questo caso, per  inviare assessori e altre persone alle fiere internazionali del turismo. A chi giova se non alle vacanze del nostro assessore che in questi anni ha saputo dimostrare grandissima capacità nell’organizzare sagre, sagrette e festicciole, ma senza sapere andare oltre”.

L’assessore: “I numeri non si posso smentire”

L’assessore al Turismo Vincenzo Cusumano mette in evidenza i numeri e parla di tassa di soggiorno raddoppiata in 6 anni, così come il numero di bed&breakfast e altre strutture ricettive. “Andare all’estero – evidenzia – è un modo anche per imparare come fanno turismo gli altri per investire sul nostro territorio e applicare le migliori idee”.

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