“Non vi è modo migliore di ricordare le vittime del terremoto del 1968 nella Valle del Belìce se non addestrando i soccorritori di tutto il mondo a salvare in futuro vite umane coinvolte nella stessa tragedia. Siamo orgogliosi di poter contribuire, per la seconda volta, alle attività dell’esercitazione internazionale Modex”. Lo ha detto il sindaco di Montevago e presidente della commissione Salute dell’Ars, Margherita La Rocca Ruvolo, durante la cerimonia di chiusura dell’esercitazione internazionale Modex Sicily 2019.
Si è trattato di una esercitazione, progettata e realizzata dal Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco sotto l’egida della Commissione Europea, con la collaborazione dal Dipartimento della Protezione Civile Nazionale, della Protezione Civile della Regione Siciliana, dell’Assessorato dei Beni Culturali e della Identità Siciliana e delle amministrazioni dei Comuni di Poggioreale (TP) e Montevago (AG).
L’esercitazione si è svolta tra i ruderi di Poggioreale Antica e al vecchio centro di Montevago, nel territorio della valle del Belìce, colpito dal tragico terremoto del 1968, quindi non in uno scenario realistico costruito “ad hoc”, ma in una reale zona rossa terremoto. L’esercitazione ha permesso di testare il meccanismo unionale di Protezione Civile in caso di evento sismico ed in particolare la capacità di dispiegamento, di ricerca e soccorso e di interoperabilità di 5 squadre specializzate nella ricerca e soccorso in ambito urbano (U.S.A.R. – Urban Search and Rescue), provenienti da Marocco, Israele, Inghilterra, Repubblica Ceca e Francia. Hanno partecipato all’esercitazione circa 200 soccorritori più il personale italiano chiamato a fornire la logistica e figuranti che hanno ricoperto dei ruoli nella calamità simulata, in particolare quello di “vittime” e di “richiedenti soccorso”.
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