La Tmb Italia dichiara 21 esuberi su 43 lavoratori delle sedi siciliane e avvia la procedura di licenziamento collettivo. Dopo l’ultimo sciopero del 23 luglio e la protesta con il blocco degli straordinari e delle ore viaggio, l’azienda partenopea che si occupa in Sicilia di installazione e manutenzione di impianti elettrici, ha comunicato al sindacato la risoluzione dei rapporti di lavoro per metà del personale, adducendo motivazioni di carattere economico.

“Non accettiamo questi licenziamenti, ci opporremo in tutte le sedi. Non esistono problemi di commesse e necessità di ridimensionamento, è tutto strumentale nei confronti dei lavoratori, che hanno chiesto il riconoscimento del contratto – dichiarano i segretari di Fiom Cgil Palermo e Fiom Cgil Catania Francesco Foti e Nunzio Cinquemani – L’azienda, anzi, ci ha chiesto di sospendere lo stato agitazione per completare ad agosto la grande mole di lavoro che c’è soprattutto nel settore radiomobile. Sembra paradossale ma è così…”.

La Tmb Italia, che ha le due sedi principali a Palermo (Villagrazia di Carini) e a Catania, spiega la decisione di aprire le procedure di mobilità per metà del personale lamentando un calo delle commesse siciliane del 45 per cento rispetto a un anno fa. E annuncia la necessità di azioni di efficienza operativa e di riorganizzazione aziendale dovuti alla evoluzione tecnologica e alla crescente complessità del settore delle telecomunicazioni.

Il 1 agosto, dopo due rinvii, l’azienda non si è presentata alla riunione presso l’Ispettorato del lavoro per discutere delle questioni che lavoratori e sindacato pongono da mesi in Sicilia, come il riconoscimento degli istituti previsti dal contratto collettivo nazionale di lavoro. “L’azienda per la terza volta ha dato buca. Abbiamo sottoscritto un verbale negativo. Adesso partiranno le cause dei lavoratori”, aggiungono Foti e Cinquemani, che intendono chiedere chiarimenti alle due società consorziate nell’Ati, la Sielte e la Itf.

La Fiom ha già chiesto l’incontro all’Ispettorato del Lavoro per l’esame congiunto. “Contrasteremo con forza questo progetto – continuano Foti e Cinquemani – Continueremo la protesta del blocco dello straordinario e delle ore viaggio. E valuteremo nei prossimi giorni nuove iniziative di lotte su entrambi i fronti, i licenziamenti e le richieste di natura contrattuale”: