La polizia di Stato ha dato esecuzione ai provvedimenti emessi dal tribunale di Palermo – Sezione Misure di Prevenzione – con i quali, successivamente alla proposta congiunta del Procuratore della Repubblica di Palermo e del Questore di Palermo, nei confronti di tre soggetti è stata disposta la confisca di una ditta attiva nel settore della panificazione, di un immobile ubicato a Carini, di due autovetture e tre motoveicoli, nonché di diversi rapporti finanziari, per un valore complessivo stimato di circa un milione di euro.

Le indagini e l’operazione “Black Smith”

La pericolosità sociale dei soggetti è stata delineata dalle attività di indagine svolte dalla Squadra Mobile di Palermo nell’ambito dell’operazione denominata “Black Smith”, confluita nell’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal Gip del Tribunale di Palermo nel 2019,  che ha disarticolato un’organizzazione criminale, attiva tra il 2016 e il 2019, finalizzata al traffico di rilevanti quantitativi di sostanze stupefacenti del tipo hashish e cocaina, importati dalla Campania e alla successiva distribuzione lungo l’asse Palermo – Trapani.

In particolare, nell’ambito di tale operazione sono emerse le posizioni apicali rivestite dai due soggetti nell’ambito dell’associazione criminale dagli stessi diretta e coordinata, nonché la figura dello S.M., quale sodale dell’organizzazione, nonché persona fidata alla quale intestare l’attività commerciale frutto del reinvestimento dei capitali provento dell’attività illecita.

I ruoli nell’organizzazione

Il ruolo di S.M (queste le iniziali) rileva, infatti, sia per aver curato l’organizzazione di alcuni importanti incontri finalizzati all’acquisto delle sostanze stupefacenti con gli emissari campani, sia per essersi intestato formalmente la proprietà della suddetta ditta individuale oggetto di odierna confisca, di fatto gestita da D.P. e D.M.P (anche queste iniziali).

La responsabilità dei predetti è stata sancita nei due gradi di giudizio in quanto è stata emessa nel luglio 2022 nei loro confronti la sentenza di condanna della Corte di Appello, a conferma della sentenza di primo grado; in particolare alla pena di 20 anni di reclusione per D.P., alla pena di 18 anni di reclusione per D.M.P. e alla pena di 7 anni di reclusione per S.M..

Sulla base dell’acclarata pericolosità sociale dei soggetti in parola, sono stati svolti dall’Ufficio Misure di Prevenzione Patrimoniali della Divisione Anticrimine gli accertamenti patrimoniali nei confronti degli stessi e del loro nucleo familiare convivente che hanno permesso di evidenziare la sproporzione economica tra i redditi leciti dichiarati e gli investimenti patrimoniali effettuati, a conferma dell’evidente impiego di risorse finanziarie di illecita provenienza.

Il provvedimento

L’odierno provvedimento di confisca conferma il valore della sinergica attività, condotta congiuntamente dal Procuratore della Repubblica di Palermo e dal Questore di Palermo, entrambi titolari del potere di proposta dell’applicazione di misure di prevenzione, volta a restituire alla comunità i beni illecitamente accumulati dalle organizzazioni criminali che operano nel territorio.

Con i medesimi provvedimenti il Tribunale di Palermo – Sezione Misure di Prevenzione ha applicato nei confronti dei soggetti la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di p.s., con obbligo di soggiorno; in particolare di anni quattro nei confronti D.M.P., di anni tre nei confronti di S.M. e di anni quattro e mesi sei nei confronti di D.P..

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