La procedura del progetto di fattibilità delle nuove linee del tram è regolare. Il tribunale amministrativo regionale ha dato ragione al Comune di Palermo. I giudici della prima sezione presieduta da Calogero Ferlisi hanno, infatti, respinto il ricorso contro il progetto di fattibilità delle nuove linee tramviarie del capoluogo siciliano stabilendo che la procedura è corretta e tutti gli atti presentati dagli uffici comunali sono regolari.

“L’inammissibilità del ricorso – scrivono i giudici nelle 12 pagine della sentenza – è inoltre legata alla mancata impugnazione di precedenti atti con i quali, di fatto, erano già state prese le decisioni oggi impugnate”.

Ne dà notizia il Comune di Palermo. I giudici amministrativi avevano già respinto la sospensiva e ora sono entrati nel merito del ricorso che era stato promosso da cittadini e architetti nel 2019.

“La sentenza del Tar – dice il sindaco Leoluca Orlando – sancisce definitivamente la correttezza del percorso attivato dall’amministrazione comunale, cancellando le informazioni distorte, circolate in questi anni, tese a delegittimare una scelta strategica per il futuro della città”.

Giusto Catania, assessore alla Mobilità del Comune di Palermo, parla di “un nuovo ostacolo è stato superato brillantemente, grazie al lavoro dei nostri uffici e dell’avvocatura comunale. Così il completamento del sistema tranviario della città si avvia verso la definizione delle procedure. Esprimiamo soddisfazione per una sentenza che rende più vicino il raggiungimento di un obiettivo storico per Palermo. Voglio inoltre ricordare che le procedure relative avanzano regolarmente. L’obiettivo è mandare in gara il tutto prima della fine dell’estate”.

Nel 2019 le proteste contro le nuove linee

Nell’estate del 2019 un gruppo di palermitani aveva contestato le scelte della giunta Orlando, inserite nel Piano di mobilità sostenibile approvato all’epoca che prevedeva, appunto, la realizzazione di altre corsie per il tram. “Sospensione subito e confronto” è stata la richiesta inoltrata a Palazzo delle Aquile. Poi l’epilogo con la sentenza del Tar che ha dato ragione al Comune.