Nello Musumeci è il nuovo presidente della Regione siciliana. Manca ancora l’ufficialità che proviene solo dai dati certificati e per quella bisognerà attendere visto il consueto ritardo nello scrutinio dei dati. Sono state necessarie 8 ore per giungere a metà strada ma le proiezioni effettuate su dati reali e con un margine di errore al di sotto dell’1% lo davano già per eletto.
Lui, con il tradizionale stile che lo distingue, non commenta fino a dato acquisito e segue da casa con i figli l’andamento dello spoglio. L’elezione del nuovo presidente della regione consegna una serie di dati politicamente rilevanti.
Il primo riguarda il partito degli astensionisti che ancora una volta è il vero vincitore visto che alle urne si è recato poco meno del 47 per cento degli aventi diritto. Insomma non ha votato oltre il 53% dei siciliani.
Rilevante il voto disgiunto che ha premiato, invece, il candidato pentastellato Giancarlo Cancelleri anche se non è stato sufficiente a farlo eleggere. I 5 stelle, pur non eleggendo il presidente della Regione, sono il primo partito in Sicilia e quasi raddoppiano i voti rispetto al 2012.
La sconfitta che brucia di più è quella del centro sinistra con un Fabrizio Micari che non arriva al 20% e raccoglie meno voti di quanti non ne mettano insieme le liste che lo sostengono. Il candidato presidente riceve il 7% di consensi in meno rispetto ai suoi: una bocciatura chiara dai partiti di sinistra. Scarso il risultato della lista Micari quella che doveva essere figlia di Leoluca Orlando e che alla fine fu, invece, la lista di Crocetta.
Buono il risultato di Claudio Fava e della sua lista Cento passi anche se dopo essere stati al di sopra del 5% per quasdi tutto lo spoglio, alla fine qualche rischio di non superare lo sbarramento la lista lo prende. Delusi, invece gli autonomisti che speravano nel 5% e dunque nell’accesso all’ars ce gli sarà precluso.
L’attenzione adesso si sposta politicamente sulle conseguenza della debacle all’interno del Pd e sulla composizione dell’Ars per comprendere quanto sarà consistente il gap visto che Musumeci non avrà una chiara maggioranza parlamentare.
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