Prosegue il lavoro di Sud chiama Nord, movimento fondato da Cateno De Luca, per le autonomie in vista dell’importante appuntamento in programma il prossimo 3 e 4 marzo a Roma. “Sarà quello il momento in cui verrà avviata la fase costituente che mira alla costruzione di una piattaforma che consenta realizzare la rete del civismo territoriale“, si legge in una nota del movimento politico.
Prosegue lavoro per autonomie
Il movimento, con il contributo di Pietro Busetta, Ordinario di economia e di Andrea Piraino, Ordinario di diritto costituzionale, sta lavorando alla stesura di un manifesto in grado d’interpretare “lo spirito del movimento e tracciare gli obiettivi che si propone di raggiungere in chiave autonomista e civica – continua la mota -. Il punto di partenza è la cronica mancanza di rappresentanza e la volontà di farsi portavoce di quel malcontento che il Meridione ormai ha fatto suo”.
Malcontento del Meridione
“Il punto debole fino a oggi, di chi prima di noi – spiega il leader di Sud chiama Nord, Cateno De Luca – ha tentato un’impresa del genere è aver accentrato tutto nel personaggio politico di turno con una visione egemonizzante e non aver trovato posizioni unitarie. Il nostro movimento, prosegue De Luca, oggi mira ad attuare una strategia confederativa che consenta a ogni esperienza civica o territoriale di continuare a esistere per agganciarsi e dunque federarsi alla piattaforma Sud chiama Nord, all’interno della quale ci sarà un organismo nel quale saranno rappresentati i soggetti che si confedereranno e quello sarà l’organismo plurale che porterà avanti il progetto”.
Strategia confederativa per rappresentanza
“L’esperienza del Prof. Busetta e del Prof. Piraino ci sta consentendo di procedere a una lucida analisi dell’attuale situazione del nostro Paese partendo dal tema centrale dell’autonomia differenziata. Il nostro obiettivo è quello di avere diritti di cittadinanza uguali in qualunque parte del Paese si nasca, mettere a regime il 40% del territorio e il 33% della popolazione per fare grande il nostro Paese”.
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