“Le dichiarazioni dell’assessore Gucciardi rilasciate alla stampa sono sorprendente gravi”

L’affondo, l’ennesimo, è di Gianpiero D’Alia, presidente della commissione bicamerale per le questioni regionali e deputato di Area Popolare, che costituisce un ‘pezzo storico’ della maggioranza che sostiene il governo Crocetta.

E’ assurdo – spiega D’Alia – chiedere al governo nazionale di autorizzare le assunzioni sulla base di una bozza di piano di tagli che nessuno conosce e che non ha alcun valore politico e giuridico e senza che vi sia alcuna valutazione del sistema privato della sanità che ne ha un oggettivo quanto incomprensibile vantaggio a danno della sanità pubblica”

“Se questa è la politica sanitaria del governo – conclude l’ex ministro – dovremo riflettere se continuare a sostenerlo”.

Il clima si fa, dunque, incandescente in casa Crocetta a quattro giorni dal vertice di maggioranza convocato per martedì dal presidente della Regione. D’Alia è l’unico a parlare apertamente di rischio disimpegno dalla Regione ma le tensioni non sono poche e riguardano i tre grandi temi di questi giorni. il primo è certamente il riordino della rete ospedaliera po piano di tagli agli ospedali come è stato più volte definito. ma non è certamente l’unico punto di crisi.

Se l’Udc minaccia la maggioranza sulla sanità nonostante l’annuncio di Gucciardi circa l’inesistenza dei tagli di cui si parla, dall’altra parte c’è un altro alleato che punta i piedi. Si tratta di Sicilia Futura che non ha gradito la nomina di Crocetta alla Sac, la società che gestisce l’aeroporto di Catania. La ‘donna del Presidente, non avrebbe i requisiti e sarebbe anche troppo vicina a Confindustria targata Montante. E proprio oggi pomeriggio il CdA Sac si riunirà per valutare la relazione dei sindaci che parla dei requisiti della nominata.

La conseguenza politica è il mancato appoggio in aula ai provvedimenti del governo. Voti che vengono meno e che si aggiungono a tante altre assenze ‘interlocutorie’ (per non dire minatorie).

Ne deriva che neanche le variazioni di bilancio si riescono a discutere all’Ars senza tensioni. Di fatto governo e maggioranza sono paralizzati su tutti i fronti fin dal rientro dopo un mese di ferie che non è servito a calmare gli animi. Al contrario, ben riposati, i deputati hanno trovato forza e voglia per litigare di più e con maggiore veemenza.

Tutto bloccato, dunque, da veti trasversali e incrociati, piccole vendette ed esigenze specifiche, calcoli politici sulle spalle della gestione della cosa pubblica a cominciare dalla sanità utilizzata come pomo della discordia suprema