Costituite in giudizio 5 delle 18 giovani che hanno denunciato Salvatore Luca Longo per presunte molestie sessuali. Parliamo del titolare della Umilty, la ditta di comunicazione, marketing e moda che lavora principalmente con le aziende che richiedono figure professionali come promoters hostess e fotomodelle per servizi pubblicitari. Ad essere stata ascoltata alla seconda sezione del tribunale di Palermo, dove è in corso il processo, la prima ragazza che avrebbe subito queste molestie.
Dibattimento a porte chiuse
I giudici hanno stabilito che per il tema trattato nel corso del processo le porte saranno chiuse, quindi niente telecamere e giornalisti. Longo ha sempre respinto ogni addebito, rigettando le accuse di aver molestato sessualmente. Si parla di qualche messaggio spinto ma nulla di più e di una condizione difficile dell’imputato per problemi personali, il che lo avrebbe indotto a lasciarsi andare a qualche avances. Ma qui si sarebbero fermati, secondo la difesa, i suoi comportamenti.
La lista infinita di potenziali testi
La procura ha depositato una lista di 50 persone mentre la difesa ha chiesto di ascoltarne addirittura 140. La prima udienza ha visto una delle presunte vittime delle molestie di 19 anni sentita per due ore e mezza dai giudici. Ha risposto alle domande del pubblico ministero, e degli avvocati delle parti civili e della difesa. La prossima udienza è stata fissata a marzo.
Il caso
Secondo quanto emerso dalle indagini Longo è accusato di aver adescato giovani modelle per molestarle, costringendone alcune ad avere prestazioni sessuali. Accuse respinte dallo stesso Longo e co0ntestate dalla difesa. La Procura della Repubblica di Palermo ha coordinato l’attività investigativa che ha portato all’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip presso il Tribunale di Palermo. Longo, 36 anni, è indagato per i delitti di violenza sessuale, anche nei confronti di minorenne, di stalking, di minacce, di molestie telefoniche e di lesioni personali. Le indagini coordinate dal procuratore aggiunto Annamaria Picozzi, sono partite dalle dichiarazioni di numerose presunte vittime avvalendosi anche di attività tecniche, ha portato all’adozione della misura cautelare.
Commenta con Facebook