Un ‘piano di rientro’ di stato per le imprese siciliane, le proposte del Movimento dei diritti

Un piano di rientro per le piccole e medie imprese operanti nel territorio di Palermo. E’ la proposta  del Movimento dei diritti città di Palermo rappresentato da Fabrizio Sanfilippo avanzata ai vari organi di Stato competenti

“Quando usciremo dall’epidemia del coronavirus faremo la conta” dice Sanfilippo. La conta delle piccole e medie imprese che racchiude artigiani, società, cooperative e ditte individuali già duramente colpite dai recenti provvedimenti amministrativi da parte dell’attuale amministrazione comunale e che adesso devono fare pure i conti con l’effetto coronavirus trovandosi costretti a chiudere le proprie attività per evitare che avvenga il contagio, lasciando forzatamente sia i datori di lavoro che gli impiegati a casa senza avere nessun tipo di guadagno ma senza dimenticare che i creditori tra non molto andranno a bussare alle porte dei commercianti

“Non crederemo che con una manovra di 25 miliardi di euro di cui i primi 12 miliardi dovrebbero essere desinati alla sanità ed ai lavoratori, bastino a risolvere la situazione e rimettere tutto a posto come se nulla fosse successo?” dice ancora Sanfilippo.

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“La Sicilia non deve essere dimenticata, il popolo siciliano non deve essere dimenticatoLa Sicilia deve vivere di certezze. Le certezze sono che questi aiuti arrivino in tempi brevi e rapidi agli artigiani, alle società, alle cooperative e ditte individuali per garantire una partenza sicura a tutela di tutte le persone che operano ed esercitano la propria professione nel territorio di Palermo”.

Per questo è stato predisposto un piano di interventi che verrà inviato ai ministri di competenza 

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Le proposte comprendono:

– la costituzione di un fondo di garanzia che possa coprire il 50% del fatturato certificato dall’ultimo bilancio

– Il congelamento dei versamenti degli oneri fiscali per tutto il 2020

– la sospensione delle cartelle esattoriali ad artigiani, società, cooperative e ditte individuali includendo anche i dipendenti per tutto il 2020.

“La fine di questa epidemia sarà come uscire da un periodo di guerra che nostro malgrado abbiamo dovuto combattere pur non volendolo e sappiamo che la risalita sarà dura. Stiamo chiedendo agli organi di stato competenti di intervenire in tempi brevi – conclude -e ricordare loro che la Sicilia non è il fanalino di coda di nessuno, sperando che queste somme che verranno ripartite non si blocchino nei meandri della burocrazia”.

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