Da una parte ci sono 28 dipendenti senza stipendio ma che continuano a raggiungere il Castello Utveggio per non svolgere alcuna attività se non quella di tutelare il bene culturale dai probabile vandalismi se abbandonato. Dall’altro lato c’è una amministrazione che ha scelto di non decidere nulla, attendendo, forse, che il Centro di Alta Formazione della Regione siciliana chiuda per ‘consunzione’.
E’ l’incredibile situazione in cui versa il Cerisdi, per 26 anni centro di ‘Alta Formazione’ della Regione siciliana, che si avvia verso una ingloriosa fine dai contorti incerti. Il 22 marzo, infatti, Il socio Ircac per conto della Regione siciliana e il socio Comune di Palermo hanno firmato davanti al notaio Maccarrone l’atto per la messa in liquidazione dell’Ente. Da allora non è accaduto più nulla.
Da una parte c’è il presidente Salvatore Parlagreco polemicamente dimissionario da tempo, dall’altro un commissario liquidatore che è stato individuato in Fabrizio Escheri. Ma notizie informali parlano di una rinuncia di Escheri, presidente dell’ordine dei commercialisti e molto impegnato sul fronte professionale. Sembra che per gestire la liquidazione non sia stato previsto compenso per il commissario liquidatore e che questo, insieme agli impegni personali e professionali e alla non semplice situazione dell’Ente, abbia convinto Escheri a rinunciare all’incarico.
Intanto, due giorni fa, al cancello di ingresso del complesso del Castello è comparsa una Croce vestita di paramenti viola come quelle utilizzate nelle processioni della via Crucis. Una singolare forma di protesta silenziosa dei dipendenti che non sanno più cosa sono, cosa fare e che ne sarà di loro.
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