Salgono a sei i candidati a sindaco di Palermo. Ed in un momento di giochi, di equilibri politici e di schieramenti con un Leoluca Orlando in corsa per il quinto mandato, personaggio con possibile autore il Pd, Fabrizio Ferrandelli che si pone come outsider ma che vanta ‘stime’ e complimenti dai cuffariani della prima ora come Saverio Romano, e la candidatura Cinque Stelle rimasta una partita a due tra Igor Gelarda e Ugo Forello di cui presto si conosceranno i risultati, ecco che nell’agone palermitano è opportuno ricordare che ci sono altri tre nomi: il musicista Tony Troja, il giornalista Ismaele la Vardera e Ciro Lo Monte per il movimento Siciliani Liberi che fa riferimento a Massimo Costa.

“Nel 2014 insieme ad alcuni amici abbiamo cercato di creare qualcosa, ‘Siamo Palermo’alla fine abbiamo buttuto giù programma basato sul pragmatismo – così presenta la sua candidatura il musicista Tony Troja intervistato da Blog Sicilia -. Fare cose senza nascondersi dietro delibere e ordinanze” questo lo spirito che anima la sua iniziativa. Accanto a lui ci saranno professionisti che lo collaboreranno per ogni aspetto amministrativo della città.

La priorità “la creazione di posti di lavoro” che può avvenire anche attraverso il turismo ma anche attraverso mobilità e sicurezza,  tenuti insieme in un circolo virtuoso.

Ma su tutto rimane prioritario, nella macchina amministrativa, un meccanismo di controllo e paragona attualmente i palermitani “ad un gregge senza pastore perchè il pastore dorme”. Troja presenterà la sua candidatura il prossimo 21 gennaio all’hotel Bellevue di Sferracavallo.

Al panorama dei veri outsider si aggiunge il giornalista palermitano Ismaele La Verdera che forte dei suoi anni e della sua frequenza sui circuiti dei social network lancia la sua candidatura in un video youtube “E’ vero il sindaco io oggi non lo so fare  – dice in un appello accorato dai ritmi rap -, scendiamo insieme in campo, io non ho nulla da perdere ma tutto da offrire”.

“Sarò un piccolo Davide Rosso contro i Golia della politica – dice preso dall’ardore tipico della sua età -. Chiedo un lucido atto di fede rivoluzionario: dare fiducia ad un ragazzo senza padrini politici”.

Da qui il riferimento al trascendente e alla sua essenza cristiana come timone di qualsiasi sua azione: “Tengo dannatamente presente il mio maestro di vita Gesù che mi ha insegnato a credere nell’impossibile”. Parla anche di una cordata di associazioni al suo fianco: “Non chiuderò porte a nessuno ma a chi crede in questa città” ma che vanta una storia “scevra da condizionamenti mafiosi”. Chiude la sua finestra nel mondo social rimandando ad una conferenza stampa per la presentazione ufficiale di lista e candidatura definendosi “lo sconsajoco, per eccellenza”.

Si aggiunge a chiudere la partita l’indipendista Ciro Lo Monte portato avanti dal Movimento Siciliani Liberi: “E’ un architetto di alta competenza a livello urbanistico e che dimostra la possibilità di sostituire la classe politica  attuale – dice Massimo Costa leader del Movimento a BlogSicilia -. Per noi non c’è nessuna differenza tra Ferrandelli e Orlando. Vogliamo dimostrare che sappiamo governare  la città di Palermo visto il progetto ambizioso che abbiamo sulla Sicilia”.

“Io ritengo che  bisogna fare un disegno nuovo di città – dice Ciro Lo Monte intervistato da Blog Sicilia -, quindi anche un Piano Regolatore, ma sopratutto bisogna riscoprire l’orgoglio di essere palermitani anche all’interno della stessa macchina amministrativa ci sono professsionalità che andrebbero valorizzate”.

Un ridisegno della città che deve intervenire “in  modo prioritario sulle periferie e sull’edilizia popolare. Ritengo sbagliato dei aver creato dei ghetti, occorre provare a fare edilizia mista con servizi. Facendo intervenire i privati. Il Comune potrebbe finire in quest’operazione con un saldo attivo”.  Un piano regolatore fondamentale anche per la mobilità: “Abbiamo un sistema viario rigido calargli altre infrastrutture di mobilità così è sbagliato”. Come ultimo per Lo Monte fondamentale l’attenzione alle tasse che gravano sui cittadini “bisogna pensare ad una proporzionalità in base al numero dei componenti di ogni nucleo familiare”.

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