Sette leggi in discussione, due delle quali con dibattito già avviato ma che rimane in sospeso. Sette leggi e solo una settimana di tempo per approvarle. Anzi in realtà tre o massimo quattro giorni. Con tutta probabilità addirittura due sole sedute.

E’ l’assurda condizione che vive l’Assemblea regionale siciliana, impantanata sul voto segreto che ha bloccato la riforma dei rifiuti e condotto Musumeci ed il governo sull’Aventino fino a quando lo stesso voto segreto non sarà abolito.

Il governo non va in aula e l’Ars tratta solo quel che può in assenza degli esponenti della giunta. Così si scatena la guerra fra le leggi. C’è chi spinge per questa, chi per quella. In testa a tutti ci sono le pressioni dei sindaci delle comunità montane per la legge voto sulle zone franche montane. Di tempo a disposizione se ne registra davvero poco. Seduta martedì 10, forse mercoledì 11 e giovedì 12 ma non oltre. Poi il 13 la Corte dei Conti sblocca il bilancio e le sedute successive dell’Ars saranno necessariamente dedicate alle questioni economiche finanziarie sine die, almeno fino a febbraio se non fino a fine aprile.

Ma può una regione come la Sicilia restare resta riforma dei rifiuti per uno scontro di principio fra governo e deputati? L’assessore Alberto Pierobon difende la sua legge  e denuncia i rischi che derivano dal ‘non far nulla’: “Una attività di gestione dei rifiuti frammentata non garantisce economie di scala e un servizio efficiente, e sarà esposta a maggiori rischi di infiltrazioni criminali. Le gare devono essere indette dalle autorità d’ambito per conto di tutti i Comuni che ne fanno parte. Questa è la situazione attuale in Sicilia, senza voler entrare nel merito delle notizie di cronaca. Lo avevano detto il governo nazionale, l’Autorità anticorruzione, la Corte dei Conti, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato: il sistema dei rifiuti in Sicilia va riformato”.

“Il governo Musumeci è intervenuto con il ddl presentato all’Ars e con il Piano rifiuti da poco esitato in commissione Vas. Grazie a questo importante strumento di pianificazione mettiamo ordine alla materia, razionalizziamo e introduciamo misure di contrasto ad ogni forma di speculazione”.

“Il Piano mette in sicurezza il settore stabilendo dei criteri e delle priorità secondo una visione strategica che porterà la Sicilia a una gestione ordinaria e trasparente”.

Nelle parole dell’assessore regionale all’Energia e servizi di pubblica utilità, Alberto Pierobon non c’è un appello, ma è intrinseco il suo messaggio all’intera deputazione: ‘bisogna uscire da questa impasse’. Anche se forse è un po’ troppo tardi per fare la legge prima della infinita e travagliata sessione di bilancio

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