Ammontano a 3 miliardi di euro i fondi vincolati della Regione: una massa di denaro che il governo Musumeci non potrebbe utilizzare in presenza del disavanzo sui conti pubblici e che dunque, in base alla norma vigente, potrebbe appesantire ulteriormente la situazione finanziaria in vista della prossima manovra di bilancio. E’ quanto emerso nella pre-adunanza alla Corte dei conti in vista della parifica del rendiconto per il 2018 della Regione previsto il 13 dicembre.
“C’è da recuperare parecchio disavanzo, una buona parte secondo me già va recuperata sul bilancio di quest’anno. Spero che la Regione non produca ulteriori disavanzi” ha detto il procuratore della Corte dei conti, Maria Rachele Aronica, concludendo il suo intervento nella pre-adunanza pubblica. Relatori per conto della Procura Adriana La Porta e Luciano Abbonato.
tegole che si aggiungono alle tante esistenti che vanno dai conti ai problemi politici, Sarà, infatti, incardinata solo la prossima settimana ed esattamente martedì 10 dicembre la legge voto per l’istituzione delle Zone Franche Montane. La norma, che riguarda ben 132 comuni dell’isola e che è al centro di una battaglia che dura da anni e che si è intensificata negli ultimi mesi, doveva vedere ieri sera il via al suo percorso d’aula dopo essere stata esitata dalle commissioni competenti ma l’Ars è stata ancora una volta rinviata dopo l’ennesima polemica. Sono ben sette le leggi all’ordine del giorno di martedì prossimo e il tempo per lavorare a queste norme è davvero poco.
Oggi, come accennato, è iniziato il percorso che porterà alla parifica del bilancio della Regione 2018 davanti alla Corte dei Conti nella giornata di venerdì prossimo 13 dicembre. La parifica di quel bilancio, quale che sia l’esito del lungo e travagliato percorso, sbloccherà la sessione di bilancio e da quel momento l’Ars dovrà dedicarsi alle questioni economico finanziarie che sono fondamentali.
Un percorso, fra riassestamento del bilancio parificato, variazioni del bilancio in corso, esercizio provvisorio e predisposizione del bilancio di previsione 2020, che durerà dal 13 dicembre probabilmente fino a tutto febbraio 2020 senza lasciare più spazio a nessun’altra norma. Da qui l’urgenza per le zone franche montane e magari per un’altra delle leggi in discussione mentre ormai appare veramente difficile che si torni a parlare della riforma dei rifiuti impantanata da mesi.
Intanto La Procura della Corte dei conti contesta alla Regione di non avere la piena contezza della propria cassa; a fine dell’anno scorso, secondo il rendiconto all’esame dei giudici per la parifica nella cassa regionale, ci sarebbero stati 314 milioni, ma i magistrati, che segnalano comunque una riduzione dell’ammontare di ben il 70% rispetto all’anno precedente, prefigurano uno scenario ben più drastico: la cassa sarebbe in negativo se si considerano i vecchi debiti di tesoreria non ancora pagati.
E’ solo uno dei temi affrontati nella pre-adunanza pubblica alla parifica del rendiconto del 2018 della Regione, previsto proprio per il 13 dicembre, alla quale per la Regione ha partecipato il ragioniere generale Giovanni Bologna.
La Corte ha sottolineato che il risultato di cassa, al netto dei pignoramenti, è pari a 124 milioni di euro. In realtà, secondo i magistrati, la cassa avrebbe chiuso in rosso poiché vanno computati anche i vecchi debiti di tesoreria non pagati pari a 234 milioni di euro. Il saldo, dunque, sarebbe negativo: – 110 milioni di euro.
Il saldo di cassa vincolata a valere sui fondi regionali sarebbe negativo per oltre 6 miliardi di euro e questo sulla base di quanto ricostruito dalla Corte dei conti, che non è riuscita ad avere dalla Regione le informazioni che aveva richiesto. E’ una delle tante anomalie emerse stamani nella pre-adunanza pubblica che si è tenuta alla Corte dei conti, in vista della parifica del rendiconto della Regione per il 2018. I magistrati hanno sottolineato che “a più riprese questa sezione ha tentato di ottenere riscontro da parte dell’amministrazione sulla quantificazione dei fondi regionali, non ottenendo alcuna risposta”.
“Abbiamo dovuto operare una ricostruzione con i dati ufficiali in nostro possesso e si è pervenuti a una quantificazione di un saldo in cassa da fondi regionali negativo pari a 6 miliardi e 5 mln – hanno evidenziato i magistrati contabili -. A fronte di questo corrisponde un saldo di cassa dei fondi vincolati da ricostituire abbastanza consistente”. Sul punto il ragioniere generale, Giovanni Bologna, ha impegnato l’amministrazione a fare chiarezza.
“Questo aspetto rimarrà come ultima grande questione da affrontare, oltre a quelle che ci auguriamo di avere risolto o in corso di soluzione – ha replicato Bologna -. Sulla cassa al di là del dato normativo e della obbligatorietà o meno della tenuta della cassa vincolata, sono convinto che una amministrazione debba avere sotto controllo tutte le voci che la riguardano per evitare che poi la mancata conoscenza esatta dei vincoli di cassa possa comportare una richiesta di restituzione di somme. E’ un punto che certamente sarà all’attenzione della ragioneria e di tutta la Regione. Speriamo di avere i primi effetti positivi in termini almeno di conoscenza nel 2019”.
La Procura della Corte dei conti ribadisce le sue perplessità sui fondi vincolati iscritti nel rendiconto per il 2018 dalla Regione: i magistrati contabili nella pre-adunanza alla parifica del rendiconto contestano i numeri che riguardano il fondo per i crediti di indubbia esigibilità, il fondo per le società partecipate e quello per il contenzioso. I magistrati contabili accusano la Regione di non avere prodotto i bilanci di nessuna delle società partecipate e di non avere contezza del contenzioso poiché non esiste una banca dati.
Da qui a venerdì prossimo sarà una lunga sequenza di giorni di lavoro alla ricerca di una difficile quadratura
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