Urla, schiamazzi, seduta chiusa e salta l’approvazione della delibera sul passante ferroviario a Sala delle Lapidi. Si discuteva in particolare di una variante urbanistica in vicolo Bernava, sulla quale il Consiglio comunale di Palermo avrebbe dovuto esprimersi sull’abbattimento o la permanenza di alcune palazzine che ricadono nel tracciato dell’opera.
La delibera doveva essere approvata giorni fa, incombe infatti lo spettro del commissariamento da parte della Regione. Il presidente di turno che ha deciso di sospendere la seduta, dopo una serie di cambi, era il consigliere di Forza Italia, Giuseppe Milazzo, che durante un suo intervento, prima di presiedere, aveva chiesto la presenza del sindaco in aula.
Ma secondo Milazzo “dire che adesso la Regione nominerà un commissario è una corbelleria – prosegue Milazzo – la delibera si può approvare anche martedì. Se c’è urgenza il sindaco venga in aula domani e domenica si approva come hanno fatto con gli atti passati alla vigilia di Capodanno”.
Polemiche arrivano anhce dalla vice pèresident vicaria del Consiglio comunale edsponenti Pd, Nadia Spallitta: “Non condivido la prassi inaugurata per cui si dedicano intere giornate per provvedimenti che hanno ricadute ed effetti limitati sul territorio e poi in pochi minuti si votano atti importanti che invece necessiterebbero adeguati approfondimenti. La scorsa settimana, in un batter di ciglio, è stato votato un progetto la cui redazione è durata vent’anni e i cui costi sono aumentati esponenzialmente nel tempo, senza nessun approfondimento su eventuali responsabilità e sull’attualità del progetto. Oggi si porta in Aula una variante delicata relativa al passante ferroviario, che implica la demolizione di alcune palazzine (dalle quali sono state già sgomberate un centinaio di persone) le cui condizioni strutturali sono state minate dai lavori per l’opera pubblica”.
“A mio avviso – aggiunge la Spallitta – il provvedimento non può essere votato in pochi minuti in quanto occorre capire come sia stato possibile redigere un progetto a tal punto inadeguato o erroneamente localizzato tale da determinare il rischio di crollo dei palazzi limitrofi al passante. Inoltre non è ben chiaro se e come si intende compensare le famiglie sgomberate dal momento che il provvedimento non affronta questo tema. Infine non mi è chiaro come mai la variante preveda la demolizione e non la ricostruzione delle palazzine da riconsegnare ai legittimi proprietari. Dal momento che il Consiglio deve approvare un progetto in variante urbanistica sarebbe utile conoscere a quanto ammonti il valore della predetta variante progettuale”.
“Da questo punto di vista, tra l’altro, – conclude la vicepresindente vicaria a Sala delle Lapidi – ritengo che la delibera sia arrivata in aula incompleta in quanto alcuni elementi progettuali, ivi compreso il piano particellare degli espropri e dei relativi costi (necessario per procedere con le demolizioni), non risultano tra gli allegati al provvedimento. A mio avviso un sistema democratico deve garantire il confronto e il dibattito d’aula, mentre sistematicamente le mie richieste di approfondimenti e analisi vengono respinte e vissute con insofferenza, sopratutto da quella parte del Consiglio che invece dovrebbe essere garante della massima trasparenza e imparzialità”.
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