- Vaccini anti covid, Miccichè chiede a Razza dosi per componenti Ars e dipendent
- La richiesta motivata dall’imminente discussione della finanziaria in Aula
La richiesta del presidente dell’Ars
Mentre i disabili hanno fatto sentire la propria voce chiedendo attenzione e priorità nella vaccinazione, stavolta a chiedere attenzione è il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè che ha chiesto all’assessore alla Salute di valutare la possibilità di vaccinare i componenti dell’Ars ed i suoi dipendenti in vista della discussione della finanziaria.
“Dopo le forze dell’ordine, le forze armate, i docenti e le categoria più deboli, chiedo all’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, di valutare la possibilità di praticare la vaccinazione ai componenti l’Assemblea regionale siciliana ed a tutti i dipendenti, come precauzione, in vista della discussione per l’approvazione del bilancio e della finanziaria regionale”. Lo scrive in una nota il Presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè.
I disabili gravi e gravissimi siciliani chiedono di essere sottoposti alla vaccinazione anti Covid19, ed in tempi brevi.
Ieri hanno diffuso un eloquente comunicato stampa in cui scrivono “tutti tranne noi”, lasciando leggere, tra le righe, di sentirsi ignorati e non tenuti nella giusta considerazione nel piano vaccinale predisposto.
La circolare dell’assessore Razza
Sempre nella giornata di ieri, l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza ha inviato una circolare ai direttori generali delle aziende sanitarie provinciali e per conoscenza al dirigente generale del Dasoe (Dipartimento regionale Attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico, ndr) avente ad oggetto “avvio campagna vaccinale in favore dei soggetti ‘disabili gravissimi’ nel territorio della Regione siciliana”.
Nella circolare l’assessore scrive che “tenuto conto della condizione di particolare fragilità che caratterizza la platea di concittadini affetta da forme di disabilità a vario titolo qualificabili come “gravissime”, e secondo la vigente legislazione, “è necessario, a decorrere da lunedì 1 marzo 2021, avviare il percorso di prenotazione e conseguente somministrazione delle dosi di vaccino anticovid a favore della predetta categoria”.
L’assessore specifica che al fine di individuare i soggetti beneficiari della inoculazione, “si invitano le Asp in indirizzo ad avvalersi degli elenchi già formati di soggetti che, per la condizione di “disabile gravissimo” da cui sono affetti, ricevono mensilmente l’assegno di cura”.
La circolare precisa che da questi elenchi “dovranno essere esclusi coloro i quali hanno diritto ad altro titolo alla somministrazione del vaccino, come i cosiddetti over 80” e inoltre che “si raccomanda per dette fattispecie di incentivare il ricorso alla vaccinazione domiciliare e di utilizzare in via principale il vaccino Moderna”.
La reazione del M5S
“Vaccini subito ai deputati e dipendenti Ars, facendogli scavalcare tutti i cittadini, comprese le categorie anche più a rischio? Assolutamente no. Piuttosto che pensare agli odiosi e immortali privilegi di questo palazzo Miccichè pensi alle leggi, visto che lasciano a desiderare parecchio, come testimoniano, ove ce ne fosse bisogno, le freschissime impugnative di Roma”.
“Concedere ai deputati dell’Ars una corsia privilegiata – dicono i deputati 5stelle – non è certo un bel segnale che arriva alla cittadinanza da un palazzo da sempre visto come come la sede dei privilegi. E poco regge la motivazione precauzionale in vista della Finanziaria. Sono tantissime la categorie professionali che hanno frequentissimi contatti per lavoro e ciò nonostante sono costrette a rimanere pazientemente in attesa della loro dose”.
“Ancora una volta – concludono i deputati – Micciché ha perso un’occasione per rimanere in silenzio. Avrebbe evitato di fare la figura di uno Schettino qualsiasi, che cerca di mettersi in salvo prima di donne e bambini”.
La vaccinazione per i disabili gravissimi
In base alla circolare dunque, le Asp devono attivarsi per procedere alla prenotazione delle vaccinazioni per i disabili gravissimi, che non chiedono altro se non la tutela del loro diritto alla salute.
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