• La riduzione delle forniture farà ritardare di un mese il piano vaccinale
  • Musumeci propone la requisizione delle dosi negli stabilimenti di produzione
  • C’è chi teme che il ritardo sia legato a vendite al miglior offerente

Slitta di un mese l’intero piano vaccinale per la carenza di vaccini e la Regione sicliana prepara la guerra alle case produttrici proponendo la requisizione delle dosi. E lo fa proprio nel giorno in cui l’epidemia in Sicilia frena

L’attacco di Musumeci: “Requisire le dosi”

“Durante la prima fase della emergenza pandemica, ai confini degli Stati si requisivano materie prime, mascherine e ventilatori. Oggi mi chiedo: perché non si pensa a requisire le fiale dei vaccini prodotte nei Paesi dell’Unione Europea? Non vorrei che, mentre oltreoceano il nuovo presidente Biden si dice pronto ai “poteri della guerra” per la produzione dei vaccini, dalle parti nostre vi sia un atteggiamento remissivo nei confronti di multinazionali che non possono produrre da noi, firmare contratti con impegni precisi e poi, magari (ma spero non sia così!), vendere a prezzi maggiori dove meglio conviene. Requisire i vaccini delle multinazionali: è questo che gli italiani si aspettano” dice il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci.

Il piano vaccinale rischia di slittare da subito di almeno un mese

La situazone è complessa. Le riduzioni di dosi comunicate da Pfizer e da AstraZeneca “faranno slittare di circa quattro settimane i tempi previsti per la vaccinazione degli over 80 e di circa 6-8 settimane per il resto della popolazione. Da domani le dosi a disposizione saranno utilizzate anzitutto per effettuare il richiamo nei tempi previsti a coloro che hanno già ricevuto la prima somministrazione, cioè soprattutto per gli operatori sanitari” conferma il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri.

“Tra due settimane, se tutto va bene – aggiuge Sileri – avremo un mercato con i tre vaccini: il che significa riprendere con maggior forza, completare la vaccinazione per i medici e gli infermieri e cominciare con gli over 80. “uesto tipo di rallentamento  coinvolge tutta l’Europa e buona parte del mondo, ma confido che il ritardo possa essere colmato più avanti”.

Serve un chiarimento sui motivi

Ma quelllo che non si capisce è il perchè della riduzone nelle forniture. “Si impone un chiarimento e un ripristino della quantità delle consegne e, soprattutto, si rende necessario accelerare l’approvazione di nuovi vaccini da parte dell’Ema, l’Agenzia Europea per i medicinali, se si vuole tenere il passo per raggiungere il traguardo della cosiddetta immunità di gregge” sostiene Cesare Damiano, già ministro del Lavoro e presidente del centro studi Lavoro&Welfare. In base ai calcoli del centro studi, riferisce Damiano “l’obiettivo rimane quello di vaccinare 40 milioni di cittadini, i due terzi della popolazione italiana, entro la fine dell’anno, includendo anche il ‘richiamo’: quindi, 80 milioni di dosi. Questo significa, dal primo febbraio al 31 dicembre (restano 334 giorni), che occorre somministrare ogni giorno circa 236.000 dosi. Fino al 16 gennaio ne abbiamo somministrate in media 76.000 al giorno (primi in Europa) e, nell’ultima settimana, siamo scesi a 30.000 a causa delle mancate consegne”. “Una seria riflessione andrebbe fatta perché dalla velocità della vaccinazione dipende in gran parte la sconfitta del Covid: l’Europa deve correre ai ripari rapidamente”, conclude.

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