- A Cinisi, dopo 50 anni torna al Santuario del SS. Ecce Homo il rito della Velatio Crucis
- La celebrazione è iniziata con la “Scinnuta”, cioè la traslazione della statua lignea
- Il rito della Consegna della Chiave si ripropone dopo più di mezzo secolo
Dopo oltre mezzo secolo nel Santuario del SS.Ecce Homo di Cinisi (Pa), è stato ripristinato a Cinisi il rito della Velatio Crucis, alla presenza dei soli confrati della Confraternita e pochi rappresentanti della comunità parrocchiale, nel rispetto di tutte le restrizioni dovute all’emergenza Covid19.
La croce resturata
L’antico rito, tradizione della chiesa cattolica, è stato arricchito dalla riproposizione di antichi usi della comunità di Cinisi. La celebrazione è iniziata con la “Scinnuta”, cioè la traslazione della statua lignea della Madre Addolorata dalla nicchia dell’altare maggiore al pulpito predisposto nel transetto, e la vestizione con il sacro manto. Momento principale di tutto il rito è stata la presentazione e intronizzazione della Croce della Passione, nonché l’antica croce processionale della Confraternita del SS.Ecce Homo, restaurata e riportata allo splendore iniziale con tralci di vite e fiori, riccamente decorati in oro e argento. Il manufatto è stato impreziosito da applicazioni in madreperla e dalla corona di spine in oro e corallo.
Una celebrazione antica
Come si legge nei registri della confraternita: “la Croce, per soli intagli, legname cornice, stola nera, polvere d’oro alluminio, senza pagare manifattura fatta dal dilettante G.P. Aprile 1939”. Come tutte le croci processionali del Venerdì Santo, la nostra Croce presentava i simboli del martirio, ma anche elementi simili alla più conosciuta croce argentea del gruppo processionale dei Misteri di Trapani, l’ascesa al Calvario. Il rito successivo ha visto la traslazione del Cristo morto dall’altare maggiore alla preziosa Urna processionale, ornata dall’antico lenzuolo purpureo, con ricami tardo liberty, e preziosi argenti. L’urna è stata chiusa dal Parrocco, don Antonio Chimenti, e con solenne consegna, ha dato in custodia la Chiave al superiore della Confraternita.
Il rito dopo 50 anni
Il rito della Consegna della Chiave si ripropone dopo più di mezzo secolo di assenza dai riti della Pasqua a Cinisi. Unica testimonianza del rito si è trovata in un articolo dell’ingegnere Pietro Sbacchi, del 7 aprile 1931, sul Giornale di Sicilia: “Alla solennità del giovedì e venerdì santo della Madrice, celebrate dallo Arciprete Don Antonino Venuti, è intervenuto il Podestà Giunta, accompagnato dal vice Podestà prof.Venuti e dai funzionari del Segretariato municipale, e il Podestà, quale primo magistrato del Paese, ha ricevuto in custodia la preziosa Chiave dell’Urna Santa”.
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