I corleonesi non sono stati colti di sorpresa dalla notizia della morte di Totò Riina. Sapevano da giorni che le condizioni del padrino erano critiche. In paese oltre alla famiglia del boss, vivono tanti partenti zii e nipoti.
“Spero che adesso possa finire anche la mafia – dice una giovane dipendente di un titolare di negozio di telefonia nel corso principale – Qui vogliano soltanto vivere e lavorare”. Nei bar di Corleone di mattina c’è il consueto via vai. Ma chiedere un commento sulla morte del boss è pressoché impossibile. “Non abbiamo nulla da dire – taglia corto un barista – basta con questo clamore ogni volta”.
Chiedere in Comune un commento è pressoché impossibile. Un vigile urbano davanti a palazzo Cammarata ci dice che non può rilasciare dichiarazioni. Peggio va con i commissari prefettizi. “Questa mattina non sono in sede” – dice l’impiegato all’ingresso. Chiediamo di potere parlare con la segretaria dei commissari, ma la donna neppure ci vuole ricevere. Ci lascia giù all’ingresso. Il Comune resta impenetrabile ai giornalisti. Non c’è la possibilità di prendere un contatto. Il silenzio è la parola d’ordine.
In piazza incontriamo un impiegato dell’Ast che stamattina ha fatto il primo collegamento con il capoluogo.
“Qualcuno commentava la notizia – racconta – ma senza alcun clamore. Qua lo sapevano che stava male. La notizia non li ha sorpresi”. Se ci si avvicina agli anziani seduti nelle panchine si riceve solo parolacce. “Venite qui a rompere i coglioni. Andatevene via”.
Qualcuno dice che la colpa dei giovani che delinquono è dello Stato. “Se ci fosse lavoro nessuno andrebbe a delinquere – dice un anziano – E’ questo Stato che ci fa diventare grillini e fascisti. Se solo pensasse alla povera gente la mafia non ci sarebbe. Anche Totò Riina non sarebbe diventato mafioso”. E un altro anziano dandoci le spalle. “Il paese è a lutto. Lo capisce questo. Lasciatelo riposare in pace. Basta”.
In via Scorsone 24 a Corleone, casa della famiglia Riina sembra che non ci sia nessuno. Tutto chiuso. Pare che la moglie e i figli siano partiti e che in casa non sia rimasto nessuno. I vicini di casa non dicono nulla. Nel vicolo ci sono persone affacciate. Qualcuno è appena uscito di casa. Qui sono tutti in gran parte parenti del boss. E’ un vero presidio. Un fortino. Una Corleone nella Corleone.
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