Ricorre oggi il XXV anniversario della morte in servizio del caposquadra Giuseppe Siciliano, insignito della Medaglia d’Argento al Valor Civile e riconosciuto “Vittima del Dovere”, caduto durante un intervento di soccorso tecnico urgente l’11 marzo 1999 nella tragedia di via Pagano a Palermo.

Alla sua memoria nel novembre del 2017 il comando ha intitolato la sede distaccata di Corleone mentre l’amministrazione comunale di Palermo, riconoscendo il gesto eroico compiuto da un proprio figlio, ha ritenuto di intitolargli la villetta presente nei paraggi del luogo del crollo che ne causò la morte.

La commemorazione

Proprio nella villa si è svolta questa mattina alle 11 la cerimonia di commemorazione alla presenza di Autorità Civili, Militari e Religiose, con la commossa partecipazione dei parenti e dei colleghi di allora più cari. Il comandante, insieme alla moglie dello scomparso Giuseppe, il prefetto di Palermo, sua eccellenza Massimo Mariani, e per delega del sindaco del Comune di Palermo, l’assessore Fabrizio Ferrandelli, hanno deposto le corone d’alloro davanti alla lapide commemorativa. La sentita e commossa cerimonia si è conclusa con il discorso del comandante dei vigili del fuoco del capoluogo siciliano Girolamo Bentivoglio Fiandra che ha ricordato la successione dei tragici eventi e, in caloroso abbraccio, reso omaggio alla vedova Siciliano.

Nel crollo del 1999 ci furono altre due vittime

La tragedia di via Pagano ebbe altre due vittime. Quello dell’11 marzo 1999 fu un pomeriggio tragico. Dopo il controllo tecnico vi fu il crollo di un’ala della palazzina che provocò la morte complessiva di tre persone: rimasero uccisi anche i suoceri di Siciliano, Maria Gugliotta e Salvatore Finocchio. Anche oggi i vigili del fuoco ricordano l’evento su X (l’ex Twitter) con un post alla memoria di Siciliano e delle altre due vittime.

Il ricordo di Pino Apprendi

Pino apprendi ricorda così quella giornata: “Era il pomeriggio dell’11 marzo di 25 anni fa, quando la sala operativa dei vigili del fuoco di Palermo veniva avvisata di movimenti anomali in un palazzo di Via Giuseppe Pagano. Prontamente intervenivano alcune squadre   e con esse il capo squadra Giuseppe Siciliano che si trovava presso la sede centrale per iniziare il suo turno. In via Pagano c’erano già i primi segnali di cedimento di una parte del fabbricato, ma il capo squadra Giuseppe Siciliano, fino all’ultimo rimase dietro la porta dei propri suoceri che erano rimasti bloccati all’interno a causa della porta blindata rimasta bloccata dal dissesto”.

E prosegue: “Furono momenti concitati e da lì a poco ci fu il crollo dove rimasero uccisi i suoceri Maria Gugliotta e Salvatore Finocchio e lo stesso Giuseppe Siciliano. I corpi dei suoceri furono recuperati dopo poche ore mentre il coraggioso capo squadra fu trovato dai colleghi dopo avere scavato fra le macerie durante la notte, il ricordo, per chi c’era, è sempre vivo. Giuseppe Siciliano lasciò la moglie Eugenia Finocchio e due bambini Pietro e Rosalia Maria Siciliano. Al Capo squadra medaglia d’argento, malgrado gli sia stato dato il riconoscimento di vittima del dovere, inspiegabilmente non è stata conferita la medaglia d’oro”.