Lo avevano chiesto e l’hanno ottenuto ma dal tavolo ministeriale sulla vertenza Almaviva e Covisian non giungono notizie confortanti e i sindacati si dichiarano insoddisfatti dal tavolo con Ita visto che le proposte messe sul tavolo non salvano tutti i lavoratori del call center.
Sindacati insoddisfatti
I sindacati si dicono “insoddisfatti” dal tavolo in corso al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali con il ministro Andrea Orlando, i vertici di Ita Airways, Covisian e Almaviva e le istituzioni regionali e locali su sugli oltre 500 lavoratori dei call center a rischio dopo la rottura del rapporto fra le due aziende. “Le proposte avanzate da Ita e Covisian non garantirebbero la continuità occupazionale di tutti i lavoratori attuali”, affermano fonti sindacali.
Lavoratori chiedono il rispetto dell’accordo
Il tavolo ministeriale di oggi pomeriggio è stato presieduto ed introdotto dal ministro Andrea Orlando che ha riaperto un negoziato vero sulla vertenza. “Diversamente si sarebbe rischiato di affidare soltanto alla sede giudiziale ciò che la città e le organizzazioni sindacali invocavano da mesi, ovvero il rispetto dell’accordo dello scorso ottobre. Un’interlocuzione che non ha ancora una soluzione per salvaguardare tutte le persone coinvolte ma che si sta cercando, infatti il tavolo è stato aggiornato alle ore 18”, dichiarano il sindaco Leoluca Orlando e l’assessora Giovanna Marano.
L’incontro con Conte
Giuseppe Conte bei giorni scorsi a Palermo ha incontrato con una delegazione di lavoratori Covisian-ex Almaviva. Cinquecentoquarantatré persone in attesa di risposta dal Governo nazionale, che ha rilanciato l’idea del tavolo interministeriale con i vertici di Ita. I lavoratori e le lavoratrici hanno cercato un dialogo con l’ex premier, ora presidente del M5S. Un dibattito tenutosi in via Ruggero Settimo, fra due ali di folla che attorniavano lo stesso Giuseppe Conte e il candidato sindaco del centrosinistra Franco Miceli. “È una vertenza che stiamo seguendo da tempo – ha spiegato Conte -. Dobbiamo fare in modo che le 540 famiglie non rimangano per strada. Significherebbe aggravare ancora di più il problema che abbiamo con questa crisi economica”.
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