In sciopero da oggi e fino a lunedì i 48 lavoratori Isolfin, azienda dell’indotto Fincantieri che si occupa di verniciatura, lavaggio e carenaggio navi, che da settimane vivono momenti di incertezza sul loro futuro lavorativo.

Nonostante il rinvio a giugno della cessione del ramo tecnico dell’azienda del comparto tecnico del navale alla società di minori dimensioni Gap coating srl, i sindacati non hanno ricevuto finora adeguate rassicurazioni dagli incontri con l’azineda e hanno deciso di intensificare le azioni di protesta.

Dopo il blocco degli straordinari, l’azienda lascia a casa tre lavoratori

I lavoratori Isolfin, da due settimane senza straordinari (dal 9 aprile), saranno in stato di agitazione per tre giorni per chiedere risposte concrete sulla loro situazione occupazionale, dopo il mancato rinnovo dei contratti a tempo determinato di 3 lavoratori dell’ex cooperativa Picchettini, che erano stati riassorbiti proprio da Isolfin.

Un precedente che non fa ben sperare e che ha indotto la Fiom, Fim e Uilm ad alzare la posta in gioco.

Le commesse ci sono. Si riapra il tavolo prefettizio con Fincantieri e Isolfin

Il segretario generale Fiom Palermo Francesco Foti e le RSU Pietro Ficarotta, Antonio Busalacchi e Antonio Pirrotta hanno richiesto l’apertura di un tavolo prefettizio a tutela dei lavoratori: “Chiederemo al prefetto di riaprire il tavolo prefettizio sia con la stazione appaltante Fincantieri che con Isolfin. Con la Isolfin, che ha ereditato le commesse delle ex cooperative storiche e ha riassorbito più del 90 per cento dei lavoratori Picchettini e Spavesana, si era intrapreso un percorso che non ha dato ancora i risultati sperati. Sono passati 18 mesi e ancora ci sono 7 lavoratori rimasti fuori dal percorso di riassorbimento. E adesso si aggiungono questi altri tre lavoratori, per i quali chiediamo la riassunzione immediata a tempo indeterminato, dal momento che ci sono le commesse e c’è lavoro a sufficienza. Una richiesta che abbiamo già avanzato lunedì pomeriggio in call conference con l’azienda”.

“Alla Prefettura – hanno poi aggiunto Foti, Fecarotta, Busalacchi e Pirrotta – chiediamo la riapertura del tavolo per discutere anche della cessione del ramo d’azienda. Se non avremo garanzie sulle aziende subentranti, non condivideremo il percorso”.

 

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