Sono stati scongiurati i licenziamenti dei 123 lavoratori di Italtel in tutta Italia, di cui 19 a Carini. L’azienda infatti al tavolo ministeriale con i sindacati ha mostrato apertura circa l’utilizzo dei contratti di solidarietà, attraverso i quali si distribuisce su una platea più ampia di lavoratori il peso dell’esubero strutturale dichiarato dall’azienda. Oggi era l’ultimo giorno per scongiurare i licenziamenti previsti dalla procedura aperta dall’azienda a fine febbraio.

“Durante gli scioperi e le proteste avevamo condiviso con i lavoratori che non avremmo accettato alcun licenziamento e che gli esuberi previsti dal Piano di italtel dovevano essere gestiti in maniera non traumatica” affermano i segretari Fim Fiom Uilm Palermo Antonio Nobile, Francesco Foti e Enzo Comello insieme alle Rsu Italtel Carini.

“Gli esuberi previsti in procedura nel sito di Carini, si sono tradotti però in un coinvolgimento troppo ampio dei lavoratori in particolar modo quelli con la percentuale più alta di sospensione rispetto le ore lavorabili. Dopo una dura trattativa siamo riusciti ad abbassare la percentuale massima di riduzione oraria oltre che ridurre le unità che verranno coinvolte da tale massiccia riduzione nel sito siciliano”.

I sindacati “Pur non essendo pienamente soddisfatti abbiamo firmato accordo”

“Per questo pur non essendo completamente soddisfatti del risultato ottenuto, perché ancora una volta il territorio siciliano avrà il prezzo più alto da pagare, abbiamo dato il consenso alla firma dell’accordo che prevede i CDS come alternativa al licenziamento dei lavoratori. Un prezzo troppo alto da pagare a fronte di un possibile accordo”. “L’azienda ha aspettato gli ultimi giorni per dare un’apertura, usando come minaccia la scadenza della procedura che le avrebbe permesso di licenziare. Fino ad oggi ha rifiutato qualsiasi interlocuzione con i territoriali e le istituzioni locali e regionali, prima e durante la fase della procedura, per affrontare temi specifici di Carini”.

I punti di discussione per i sindacati

Fra i punti in discussione secondo i sindacati ci sono: la sede storica venduta senza averne trovato una nuova, la mancanza di investimenti e prospettive su attività Core della nuova Italte.

“Non sono segnali positivi, continuiamo a chiedere quali sono le reali intenzioni dell’azienda e se ha veramente intenzione di continuare ad investire in Sicilia oppure se ha altri obiettivi. Ad oggi registriamo solo segnali negativi da parte aziendale a partire dalle scarse relazioni Industriali palesate anche in trattativa. Una rigidità durante la procedura che ci ha portati all’ultimo giorno per trovare una soluzione. Eppure da sempre, i lavoratori tutti, compresi quelli di Carini, hanno fatto sacrifici per far sopravvivere l’azienda nelle varie fasi di crisi. Siamo preoccupati che un altro pezzo di industria lasci il nostro territorio. Per questo chiediamo alle istituzioni locali e alla Regione Siciliana, tramite l’Assessorato alle attività produttive, di convocare nuovamente l’azienda, che adesso non ha più alibi, per affrontare le questioni di Carini”.

I sindacati fanno sapere “a breve convocheremo i lavoratori riservandoci di attivare tutte le azioni che riterremo utili in difesa del sito siciliano”.