- Apparato vestibolare e riabilitazione dei soggetti audiolesi
- L’intervista al medico Aldo Messina
- E’ specializzato anche nella cura delle vertigini
La sua passione è l’orecchio, anzi se vai nel suo studio ti rendi subito conto che sembra proprio di essere finito in una sorta di museo dell’orecchio, dalla mappa geografica di Ustica (di cui è stato sindaco dal 2003 al 2013), al bagno – ma non ci fai caso subito -, da una infinita raccolta di quadri e ninnoli, allo scheletro a grandezza naturale vestito anche con gli innumerevoli badge delle sue centinaia di partecipazioni a congressi sul tema e dal cui cranio sbucano svettanti due enormi divertentissimi padiglioni auricolari, ai mille altri dettagli di cui ti rendi conto dopo la seconda volta che torni perché lui ti ha guarito – per fare solo un esempio di ciò che cura con grande maestria – dalle vertigini, disturbo dell’apparato vestibolare per cui c’è gente che è letteralmente andata in tilt.
Specializzato in audiologia
Lui è Aldo Messina e quella che ci apprestiamo a descrivere è solo parte delle patologie di ciò a cui si dedica sempre col sorriso sulle labbra e una flemma straordinaria; laureato dal ’79 in Medicina e chirurgia e specializzato in Audiologia, infatti si occupa di tutte le problematiche dell’apparato vestibolare e riabilitazione di soggetti audiolesi; ma del suo lunghissimo curriculum ne scriveremo in seguito, perché lui è specializzato anche nella cura dei bambini.
Allora abbiamo pensato di suddividere l’argomento in varie puntate, partendo proprio dalle sue celeberrime guarigioni dalle vertigini, forse tra i più invalidanti e diffusi disagi che riguardano un’altissima percentuale di persone e che lui ha guarito attraverso le cosiddette manovre resuscitando letteralmente chi ne soffriva e praticamente riportandolo ad una vita normale, perché quando ti gira intorno, da quando ti alzi a quando ti vai a coricare praticamente non puoi vivere.
La cura delle vertigini
Gli chiediamo: Aldo, cosa sono le vertigini (che poi è la prima domanda che ti fa quando finalmente arrivi al primo appuntamento, barcollando).
“La vertigine è un sintomo di una malattia che è compito dell’otoneurologo identificare.
Come da lei affermato correttamente spesso il sintomo vertigine è oggetto di confusione e pertanto di errore diagnostico e, ovviamente, terapeutico.
In molti vengono a consulto affermando di avere vertigini e di non avere tratto giovamento dalle terapie farmacologiche
Il termine vertigine prevede “il vertere” il girare, muoversi dell’ambiente circostante. La vertigine è un’allucinosi spaziale, una erronea percezione di movimento dell’ambiente. Non va confusa con il disequilibrio durante la deambulazione, quella sensazione di camminare su un materasso di gommapiuma o su una barca in navigazione o con l’instabilità , erronea percezione di movimento del nostro corpo anche se siamo seduti.
In generale è cero che una vertigine è segno di patologia del sistema dell’equilibrio, sia nella sua componente periferica (orecchio interno) che del sistema nervoso centrale. Lo stesso non può dirsi della instabilità e/o del disequlibrio che non devono riconoscere necessariamente una sede vestibolare ma spesso oculare o propriocettiva muscolare ed osteotendinea”.
Le ‘manovre’ e gli otoliti
Cosa sono le manovre, almeno quelle che pratica lei? Mi sembra di aver capito che gli otoliti o calcoli, particelle incollate all’orecchio, si possono staccare improvvisamente e navigare impazzite all’interno del vestibolo auricolare provocando in un batter d’occhio la totale mancanza di equilibrio, mi viene in mente una clessidra in cui i granelli di sabbia scivolano da un contenitore all’altro e lei li rimette al loro posto, ce ne parla specificando quali sono i motivi per i quali queste particelle cambiano alloggio?
“Le “particelle” a cui fa riferimento sono chiamate nell’uomo otoconi. Servono a dare la sensazione di peso, di gravità alle cellule dell’equilibrio. Un esempio rende tutto più facile. Se giriamo la testa le ciglia dell’occhio non trasmettono alcuna sensazione di movimento. Ma se tocchiamo le ciglia con il nostro dito indice e giriamo la testa ecco che c’è sensazione. Nella parte vestibolare dell’orecchio interno gli otoconi (sono tanti e piccolissimi) sono tra loro adesi (a mo’ di dito) e servono a dare la sensazione di gravità. I pesci hanno una sola struttura a far peso ed è pertanto detta otolite, pietra dell’orecchio. Anche le piante hanno strutture simili: gli statoliti. Queste costringono le radici a crescere verso il basso e non sono presenti nel fusto che pertanto, grazie all’auxina, cresce verso l’alto.
I vari esseri viventi sia vegetali che animali possono presentare diverse sensibilità ma tutte, dico tutte, hanno a che fare con la gravità.
Nell’uomo ogni movimento della testa determina il movimento dei liquidi e di conseguenza delle cellule sensoriali, appesantite dagli otoconi.
Per cause circolatorie traumatiche, disendocrine, carenza di vitamina D o altro, gli otoconi si staccano dalla loro sede naturale e cadono nei liquidi, facendo sì che ad ogni movimento della testa il liquido non essendo libero di muoversi per la presenza di questi corpi estranei a quella sede e determini una vertigine posizionale.
Con degli specifici movimenti si fanno scendere gli otoconoi staccati in una zona dove non danno fastidio
Però esistono circa tredici tipi diversi di vertigine posizionale, ognuna con una specifica manovra”.
Tredici movimenti diversi
Bene, spiegazione esaustiva, delle altre manovre potremmo riparlarne, intanto ci preme chiederle come riesce a distinguere una vertigine da curare con questi tredici movimenti diversi da una di diversa entità praticamente dopo cinque minuti che conversa con uno dei suoi innumerevoli pazienti?
“Una vertigine riferita come posizionale è quasi sempre da otoconi (cupolo o labirintolitiasi). Lo studio dei movimenti ocxulari fa il resto”.
Una malattia-non malattia
Aldo, quanto coraggio ci vuole per praticarle, dove ha imparato a farle con questa decisione e in media quante persone ne soffrono, inoltre a che ci siamo: il lockdown e il trauma vissuto dal flagello covid possono aver contribuito ad accentuare questa malattia-non malattia che può mettere in un attimo al tappeto un essere umano privandolo della sua dignità?
“Al COVID19 viene attribuito tutto ed il contrario di tutto. Non ci vuole coraggio ma competenza e gentile fermezza nel far mantenere al paziente la posizione a noi utile per capire, dai movimenti oculari, il canale interessato dalla patologia ed effettuare la manovra più opportuna”.
Chi è il dottor Aldo Messina
Il Dottor Aldo Messina ha conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università Studi di Palermo e in seguito presso l’Università Statale di Milano si è specializzato in Audiologia. Dal 1994 è dirigente medico di I livello di Audiologia al Policlinico Palermo e responsabile clinico assistenziale servizio fisiopatologia e terapia vestibolare (C2). Dal 1999 al 2002 è stato coordinatore del dipartimento medico scientifico, medico legale e delle assicurazioni dell’Ente Nazionale Sordomuti. Dal 1979 al 2012 ha svolto molteplici incarichi e docenze su diversi aspetti audiologici e vestibolari. Dal 1979 a oggi Messina è stato relatore, docente e frequentatore di svariati corsi di aggiornamento, simposi, convegni e congressi centrati su sordità, problematiche dell’apparato vestibolare, riabilitazione di soggetti audiolesi.
Oggi cura i suoi pazienti nel suo studio privato, ma soprattutto risponde personalmente al telefono ad ogni paziente.
Aldo Messina ha pubblicato vari articoli su riviste scientifiche e sulla rivista “Palermo”, diretta da Michele Russotto.
Enti e società scientifiche
Membro del Consiglio di amministrazione dell’Istituto Statale per sordi di Palermo, membro del gruppo di consulenza per l’integrazione degli studenti con disabilità dell’Università Studi di Palermo, ma anche del comitato di redazione rivista “Parole e Segni” e del comitato di redazione rivista “La Voce della Sicilia Silenziosa”.
Commenta con Facebook