Fuori la mafia dallo Stato: o per meglio dire, come ha gridato dal palco di via D’Amelio Salvatore Borsellino, “fuori lo Stato dalla mafia“. In mille hanno sfilato questo pomeriggio fra le strade di Palermo per chiedere nuovamente, ancora una volta, la verità sulle stragi del 1992. Una manifestazione partita dall’albero Falcone di via Notarbartolo. Luogo simbolo per gli attivisti. Una sorta di ripartenza simbolica dopo gli scontri che hanno contraddistinto la manifestazione del 23 maggio, in ricordo di Giovanni Falcone e Francesca Morvillo.
Il teatro della vergogna mostrato all’albero Falcone
Ad indire il corteo infatti è stato il coordinamento 19 luglio, ovvero lo stesso insieme di una trentina di associazioni che hanno sfilato fra le strade del centro di Palermo lo scorso 23 maggio. I manifestanti, circa 1000, hanno esposto cartelli e striscioni di condanna nei confronti di alcuni esponenti passati e presenti delle istituzioni. Sotto l’albero Falcone, gli attivisti hanno mostrato una struttura artistica satirica denominata “teatro della vergogna“. Sul piccolo proscenio esposte le foto di diversi mafiosi, come Matteo Messina Denaro, e di alcuni esponenti politici. Fra questi, la premier Giorgia Meloni e il presidente della Regione Renato Schifani.
La manifestazione, come sopra ricordato, è partita da via Notarbartolo, nei pressi dell’albero Falcone. Una scelta ben precisa spiegata dal rappresentante del movimento Agende Rosse Massimiliano Di Pillo. “Ripartiamo da qui in riferimento a quanto accaduto il 23 maggio in questo luogo (l’albero Falcone n.d.r.). Un episodio bruttissimo – lo ha definito Di Pillo -. Chi voleva protestare pacificamente, invece è stato piccchiato selvaggiamente dalle forze di polizia. Non sappiamo chi e il motivo per il quale è stato ordinato questo”.
Un coordinamento che ha risposto a distanza alla polemica mossa dalla premier Giorgia Meloni, oggi in città per gli eventi istituzionali in memoria della strage di via D’Amelio. “Ho letto le dichiarazioni di Giorgia Meloni. Sono inorridito da ciò – ha dichiarato Jamil El Sadi, esponente di “Our Voice” -. Vorrebbe dire che chi contesta la premier è mafioso. La trovo una dichiarazione vergognosa. Persone, presidenti, ministri a livello internazionali si sono dimessi per molto meno. Dire che chi contesta la premier è veramente aberrante”.
Il minuto di silenzio in via D’Amelio
Un corteo nel quale non sono però mancati alcuni rappresentanti del mondo di centrosinistra, ovviamente presenti a titolo personale. Fra questi, l’ex sindaco di Palermo Leoluca Orlando, la deputata regionale Valentina Chinnici, il capogruppo del M5S all’Ars Nuccio Di Paola e il presidente della commissione Antimafia Antonello Cracolici. Plotone politico guidato inevitabilmente dal segretario nazionale del Partito Democratico Elly Schlein. La folla ha attraversato via Notarbartolo, via Libertà, via Tommaso Gargallo, via Rutelli, via Alessi e via Autonomia Siciliana, per poi raggiungere via D’Amelio.
E, proprio una volta giunti in via D’Amelio, i manifestanti hanno intonato il classico coro “Fuori la Mafia dallo Stato”. Concetto ribadito e rilanciato dal palco dove era presente, fra gli altri, Salvatore Borsellino. Commemorazioni concluse con il classico minuto di silenzio delle 16.58. Momento nel quale sono stati pronunciati i nomi di Salvatore Borsellino e dei cinque agenti della scorta (Agostino Catalano, Emanuela Loi, Claudio Traina, Walter Eddie Cosina e Vincenzo Li Muli).
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