Aprono i cancelli neri dell’ufficio elettorale della Regione siciliana in via Trinacria a Palermo. Inizia il conto alla rovescia. Quegli uffici resteranno disponibili per 32 ore complessive. C’è tempo fino alle 16 di domenica 14 agosto per presentare i simboli con i quali le coalizioni e i partiti correranno alle regionali del 25 settembre.

Tempo praticamente scaduto

Con l’avvio della fase di presentazione dei simboli il tempo è praticamente scaduto per fare gli accordi di coalizione. O meglio gli apparentamenti dei partiti con i candidati presidente della Regione. In realtà teoricamente c’è tempo fino alla scadenza del termine per la presentazione delle liste di candidati, listino compreso, e dunque ancora una decina di giorni dopo la scadenza per i simboli, ma il rischio è quello di trovarsi a correre con una coalizione diversa da quella rappresentata proprio nel simbolo da votare.

Prima nella scheda la formazione di Cateno De Luca

L’ordine di apparizione nella scheda elettorale e sui manifesti sarà quello di presentazione e per questo già nella notte, ore prima dell’apertura, dietro ai cancelli c’erano i rappresentanti di lista di Cateno De Luca il cui simbolo, dunque, si troverà in testa alla scheda elettorale. Un vantaggio piccolo piccolo ma pur sempre una carta da giocare.

Centrodestra continua a bruciare nomi

Ha ben altro a cui pensare il centrodestra siciliano che continua, intanto, a bruciare nomi. Messo in pausa Renato Schifani, il campo azzurro ha proposto ufficialmente Gianfranco Miccichè come candidato unico. Nome sul quale è calato il silenzio. In serata, allora,  si apprende che il leader siciliano degli azzurri Gianfranco Miccichè avrebbe offerto agli alleati anche il nome di Barbara Cittadini, presidente nazionale dell’Aiop, per la candidatura alla presidenza della Regione siciliana. Moglie dello storico esponente di Forza Italia Dore Misuraca, donna apprezzata nel mondo della sanità, però, nome già speso in altre occasioni ed anche durante queste trattative. Su questo nome dev’essere trovata la convergenza degli altri partiti della coalizione.

La Russa brucia anche Cittadini “in posizione di conflitto di interessi”

“Il nome di Barbara Cittadini non è per noi una novità, era già nella terna dei nomi proposti, dove c’era anche quello di Schifani” fa sapere senza mezzi termini Ignazio a Russa.

“La Meloni ha scelto quest’ultimo, perché anche se la Cittadini è una persona di grande rilievo si trova in una posizione di incompatibilità, di conflitto di interessi, visto che essendo presidente nazionale dell’Aiop si occupa di sanità privata”.

La stoccata a Miccichè

“Non riusciamo a capire più cosa vuole Miccichè. Abbiamo detto che il nostro candidato è Musumeci, hanno detto di no, ci hanno proposto una rosa di tre nomi, ne abbiamo scelto uno e non gli va bene. La Meloni ha preferito Schifani per l’autorevolezza e perchè è una sicurezza per la Sicilia”.

Verso la frattura finale

Il rischio della rottura della coalizione ormai è piuttosto concreto anche se restano alcune ore per trovare una quadra che sarà, in ogni caso, un accordo armato visto il clima.

Non va meglio a sinistra

Nel campo progressista non sai bruciano nomi e lo scontro nei toni ufficiali è contenuto ma il fragoroso silenzio che regna dopo il tentativo di mediazione di Caterina Chinnici la dice lunga su un accordo che non c’è e sull’altissima probabilità che i 5 stelle presentino il proprio candidato rompendo, a loro volta, la coalizione che li ha portati alle primarie. O quantomeno presentino, intanto, il simbolo

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