L’atto di indirizzo con il quale la giunta di governo conta di mettere in campo azioni di contrasto alla povertà parte dall’esigenza di riprogrammare l’impiego di 561 milioni e 921 mila euro, somme residue della delibera Cipe 10 del 2015. La delibera di giunta, proposta del presidente della Regione, prende le mosse proprio dalla ripartizione di queste ipotetiche risorse ma giunge a conclusioni che non è affatto certo che possano trasformarsi concretamente in azioni, quantomeno non quest’anno.

Facciamo i conti in tasca alla delibera per giungere alla sua applicabilità. Dei quasi 562 milioni ottanta milioni di euro andranno al rifinanziamento dei Credito d’imposta mentre altri 40 milioni vengono destinati al settore dei beni culturali liberandoli dalla prevenzione del rischio idrogeologico che grazie alla delibera di giunta approvata ieri viene finanziato con 67 milioni di fondi Ue.

Restano a disposizione 441,9 milioni. Cento milioni sono già vincolati ai Cantieri di lavoro e ai cantieri di servizio in base alle disposizioni della legge regionale 3/2016 ovvero la legge di stabilità o finanziaria regionale.

A conti fatti restano ancora circa 341,9 milioni ma da questi bisogna ancora sottrarre 50 milioni di euro destinati a servizio idrico integrato, rifiuti, strade, porti, servizi sociali e sanitari e protezione civile e 54 milioni destinati ai servizi sociali e di interesse generale. Con i 40 milioni destinati ai servizi idrici irrigui e altri servizi si giunge finalmente alla somma di 248 milioni annunciata da Crocetta come ‘da destinare al piano contro la povertà’ in aggiunta ai 100 milioni dei cantieri di servizio stabiliti con la finanziaria.

LEGGI LA DELIBERA DI GIUNTA INTEGRALE

Per la distribuzione di questi 248 milioni fittizi la giunta da mandato al dipartimento della Programmazione di predisporre gli obiettivi e le linee d’azione per ‘il reddito di cittadinanza’, la ‘lotta alla povertà e a favore dell’inclusione sociale’ con una dotazione complessiva di 168 milioni come previsto anche dalle linee guida del Piano Operativo del Fondo Sociale Europeo e infine 80 milioni per l’innovazione sociale e il miglioramento dell’occupabilità (dei complessivi 114 che prevedono anche le pari opportunità).

Insomma nell’idea della giunta si tratta di un piano sperimentale che preveda sostegno al reddito minimo e altre misure alle quali potranno accedere le famiglie in condizione di povertà assoluta ovvero con un reddito non oltre i 5000 euro annui anche se già si parla di portare questo limite a 8000 euro Isee.

Ma non avendo certezza di riuscire a mettere in pratica una simile strategia nel trasmettere la bozza alla Commissione competente dell’Ars il governo mette nero su bianco alcuni limiti nella lettera che accompagna il provvedimento e rimanda tutto al via libera da parte della Presidenza del consiglio dei Ministri alla proposta di rimodulazione dei fondi Cipe. Insomma il piano andrà poi a Roma e, se approvato, aspetterà i soldi dal Cipe…

mav