Via libera alla trivelle nei mari siciliani. Potranno partire le ricerche di idrocarburi al largo delle coste sud della Sicilia. Il Consiglio di stato ha dato il suo via libera alle operazioni di ricerca tra Licata, Gela e Ragusa dunque nelle province di Agrigento, Caltanissetta e della stessa Ragusa. le esplorazioni saranno condotte dall’Eni e dalla Edison.

Il Consiglio di Stato si è pronunciato definitivamente su un contenzioso amministrativo proprio sulle trivelle. Un che era nato, su invito di numerose associazioni ambientaliste da Legambiente a Green Peace, raccolto e promosso da alcuni comuni dell’Anci Sicilia. il Consiglio di Stato non è entrato nel merito ma si è limitato a considerare inammissibile il ricorso perchè sono state riproposte le motivazioni del ricorso di primo grado senza contestare la sentenza emessa dal Tar.

Adesso potranno partire le attività che erano già state previste a fine 2014 dal piano di ricerca. Si tratta complessivamente di sei pozzi di ricerca di gas naturali nelle aree Argo, Cassiopea, Centauro e Gemini già in concessione dall’Eni. Ma ciò che preoccupa di più gli ambientalisti ed i comuni interessati è il progetto della piattaforma ‘Prezioso K’ che collegherà proprio Argo e Cassiopea, progetti off shore che secondo le sentenze si trovano all’esterno della rete di protezione naturale marina.

Bocciato anche il ricorso alla legge che impedisce le ricerche entro le 12 miglia marine dalla costa perchè i progetti oggetti di proroga ventennale beneficiano delle deroghe previste dalla legge.

Via libera totale, dunque, a tutti i progetti già approvati e a quelli in proroga. Di positivo c’è il fatto che adesso potrà partire la riconversione dell’ex petrolchimico di Gela pensato come centro di lavorazione e smistamento di questi progetti legati al gas naturale. ma si tratta di un passaggio probabilmente successivo

(nella foto le simulazioni catastrofiche degli ambientalisti)

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