E’ stata approvata in nottata la manovra finanziaria in commissione Bilancio dell’Ars. I documenti sono passati a maggioranza, col voto contrario delle opposizioni. Il Pd nella dichiarazione di voto ha definito la manovra “di lacrime e sangue per la Sicilia”.

Ci sono gli annunciati tagli da 546 milioni di euro in  3 anni, 244 dei quali già nel 2019 dovuti alla necessità di copertura del disavanzo che rimescola le carte della manovra. Previste riduzioni di spesa a macchia di leopardo e la replica dei tagli anche nel 2020 per approdare solo nel 2021 al pagamento rateale da 53 milioni l’anno per i successivi 26 anni. I tagli sono necessari per coprire il disavanzo da 2 miliardi e 143 milioni relativo agli anni 2016 e 2017 lasciato in eredità da Crocetta e compagni e che la Corte dei Conti ha accertato con sentenza condannando la Regione al ripiano.

Per non paralizzare l’amministrazione si è dunque dovuto rinunciare a molte norme e tornare a dar via ad una finanziaria ‘fotocopia’ dello scorso anno. In pratica si è prelevato il secondo anno del bilancio triennale 2018-2020 proponendolo come finanziaria 2019 e per questo gran parte degli emendamenti depositati dai deputati sono decaduti. Una finanziaria che doveva essere extra light in soli 16 articoli oltre le norme tecniche ma dopo l’analisi sugli emendamenti rimasti in piedi e il coordinamento fra le norme fatte dagli uffici dell’Ars e da quelli del bilancio (operazione che finirà probabilmente in nottata) si va verso un testo con 57 articoli ma per avere certezza bisognerà aspettare che gli uffici finiscano il lavoro.

Dopo una lunga seduta della capigruppo convocata alle 16, il governo è riuscito ad ottenere che si eviti un altro mese di esercizio provvisorio. Così l’aula incardina la finanziaria e prevede una seduta fiume. Il presidente non chiuderà mai i lavori fino ad approvazione concedendo sospensioni notturne e durante il giorno ma sempre, formalmente, a seduta aperta. Si conta di riuscire, così, ad arrivare ad approvazione entro il 5 febbraio.

Intanto è stato assegnato il termine per la presentazione degli emendamenti d’aula che scadrà domani a mezzogiorno e solo dopo si potrà dare veramente inizio ai lavori. Ma il percorso non sarà semplice. Piovono già le lamentele e gli allarmi e la coperta, fin troppo corta, comincia ad essere tirata su e giù. “Avevamo presentato alcuni emendamenti con una serie di misure a sostegno delle popolazioni  del catanese colpite dai terremoti dei mesi scorsi che oltre ai danni a territorio ed infrastrutture  e patrimonio architettonico e storico, hanno avuto pesanti conseguenze sull’economia  in piena stagione turistica invernale. Gli emendamenti  del Pd, che erano stati approvati nelle Commissioni di merito, sono stati bocciati  dal governo e dalla maggioranza in Commissione Bilancio” dice Anthony Barbagallo parlamentare regionale del Pd.

“Riproporremo le stesse norme in aula – aggiunge Barbagallo – insieme alle misure  per contrastare gli inaccettabili tagli alla cultura,  contenuti nella manovra del governo”.

“A decorrere dall’anno di imposta 2020 le persone giuridiche che trasferiscono la propria sede sociale dall’estero in Sicilia saranno esonerate dal pagamento dell’aliquota ordinaria Irap per i primi dieci periodi di imposta” fa, invece, sapere Alessandro Aricò, capogruppo all’Ars di DiventeràBellissima, aggiungendo: “Questa agevolazione fiscale, prevista da un mio emendamento all’interno della Finanziaria approvata dalla Commissione Bilancio, certamente sarà un importante e concreto incentivo al trasferimento nella nostra regione di imprese dall’estero, con conseguenti benefici per l’indotto economico e occupazionale in Sicilia”.

Nella Finanziaria varata dalla Commissione Bilancio sempre su emendamento di Aricò è previsto anche uno sconto sulle tasse per i pensionati che si trasferiranno dall’estero nei centri storici dei Comuni siciliani.

Un altro provvedimento promosso dal gruppo di DiventeràBellissima- condiviso trasversalmente all’interno della Commissione Bilancio- incentiva l’abbattimento mirato e selettivo dei suidi che compromettono l’equilibrio di importanti ecosistemi siciliani come quello delle Madonie.

“Una finanziaria senza soldi di un governo senza idee, che continua navigare a vista in un mare in sempre più tempestoso” è, invece, l’affondo di Sunseri, Tancredi e Zito, deputati 5 stelle della commissione Bilancio dell’Ars, che ieri ha chiuso i lavori a tarda notte.
“Come sempre – dice Sunseri – si lavora nel cuore della notte e con emendamenti arrivati all’ultimo minuto, che non c’è nemmeno il tempo di esaminare. È una manovra completamente bloccata dal pronunciamento della Corte dei Conti, senza che questo governo abbia pensato minimamente a come correre ai ripari e a soluzioni che  vadano oltre lo spalmare il disavanzo negli anni.  È ovvio, comunque, che la vera Finanziaria sarà il collegato”.
“Questa manovra – afferma il capogruppo Francesco Cappello – è solo di facciata. Musumeci vuole portarla a casa entro il 31 gennaio per poter dire di aver usufruito di un solo mese di esercizio provvisorio e salvare la faccia con la stampa, cui aveva annunciato in pompa magna che avrebbe varato la Finanziaria entro dicembre scorso. Ci dispiace deluderlo, non è sbolognando ai siciliani un contenitore vuoto che riuscirà nell’operazione”.

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