Un parcheggio privato totalmente abusivo a Villabate, nel Palermitano. la scoperta è stata fatta dai vigili urbani nello scorso mese di luglio ed in seguito all’istruttoria degli uffici sarebbero state confermate le irregolarità. Per questo adesso è arrivata la decisione della chiusura con provvedimento disposto con ordinanza degli uffici del settore Sviluppo del territorio e cura della città.

Le contestazioni

I caschi bianchi nel corso delle loro verifiche accertarono che l’attività di rimessaggio e parcheggio a Villabate sarebbe stata abusiva. Alla donna, titolare dell’area, è stato contestato di “aver esercitato, senza aver presentato relativa segnalazione di inizio attività o richiesta di autorizzazione a questo ente”. Ad essere state quindi violate diverse leggi regionali e nazionali che regolano la materia. A distanza di circa un mese dall’accertamento dei vigili urbani il verbale è stato quindi trasmesso agli uffici comunale competenti e trasmesso al Suap, lo sportello unico delle attività produttive che ha competenza in materia di autorizzazioni allo svolgimento di attività commerciali o comunque aperte al pubblico. “Esaminati gli atti inviati dalla Polizia municipale, e verificati gli atti depositati presso il Suap, risulta provata la fondatezza della violazione” scrivono gli uffici.

Le conseguenze

Le varie norme che regolano la materia prevedono che “in caso di svolgimento abusivo dell’attività, il sindaco ordina la chiusura immediata dell’esercizio di vendita”. Ecco perché il Suap ha ritenuto necessario dover procedere alla chiusura immediata dell’esercizio commerciale, “in quanto il titolare della ditta al momento dell’accertamento effettuato dal personale della polizia municipale non era in possesso della Scia/autorizzazione per iniziare l’attività di parcheggio”.

Chiusura immediata

Nell’ordinanza appena emanata dagli uffici comunali di Villabate si intima alla titolare di provvedere alla chiusura immediata dell’attività commerciale. Contro tale provvedimento può essere proposto ricorso al Tar, il tribunale amministrativo regionale di Palermo, entro 60 giorni dalla notifica oppure ricorso straordinario al presidente della Regione Siciliana da proporre entro 120 giorni.

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