Lo chiama “Palermo Due” riprendendo il nome del quartiere creato da Silvio Berlusconi a Segrate. E’ un mega-progetto per realizzare a Palermo, in un’area di 10 ettari di sua proprietà, quindici palazzi di 7-10 piani, giardini pubblici, una clinica (di 7 mila metri quadri), un palazzetto dello sport con piscina, un centro commerciale (di 5 mila metri quadrati) con annesso parcheggio per 600 auto e le relative opere di urbanizzazione comprese alcune strade. Un piano che, se realizzato, avrebbe un valore superiore ai 100 milioni di euro.
Chi è Paolo Barra
Paolo Barra, 65 anni, due figli, amministratore unico della “Immobiliare Spadafora”, coltiva il suo sogno da 15 anni, da quando nel dicembre del 2008 presentò all’assessorato all’Urbanistica del Comune allora guidato dal sindaco Diego Cammarata, un piano di lottizzazione che, nella sua prima versione, prevedeva solo abitazioni residenziali. “Nei giorni scorsi su un quotidiano è apparso un annuncio a pagamento: “A Palermo piano costruttivo, 166 appartamenti, centro commerciale, clinica e altri edifici e strade, 100 ettari fotovoltico”.
“Ho acquistato lo spazio sul giornale per suscitare l’interesse dei privati a cui offro un piano di costruzione ben più articolato” dice Barra. Il progetto teoricamente potrebbe avere un suo fondamento se Barra trovasse soci o acquirenti per realizzare le nuove costruzioni.
Lo stop di Maurizio Carta
Ma l’assessore all’Urbanistica Maurizio Carta afferma che “l’Area della Pianificazione del Comune ha in corso di redazione, per le medesime zone territoriali, due piani particolareggiati e, pertanto, in atto, non risulta percorribile alcuna iniziativa privata”. Il terreno, di proprietà di Barra, si trova nel rione Passo di Rigano tra le vie Erice, Spadafora e Castellana. La prima richiesta di lottizzazione venne respinta per l’eccesso di cubatura e la mancanza di strutture al servizio della città. Nel 2012 il costruttore presentò un piano particolareggiato che limitava a 166 gli appartamenti e aggiungeva tutto il resto che lo rendeva sempre più simile a un nuovo quartiere proprio come “Milano Due”. “Nel nuovo progetto ho allontanato gli edifici dalla Cava Billiemi e ho eseguito i controlli sul sottosuolo per evitare di interferire con le acque sotterranee” dice Barra nel suo ufficio di via Maltese a Palermo.
Il “dialogo” col Comune
Il costruttore sostiene di aver inviato una Pec, nell’ottobre scorso, al sindaco Roberto Lagalla e allo stesso assessore all’Urbanistica, e di non aver avuto alcuna risposta. “Adesso ho pubblicizzato l’iniziativa per offrire il piano costruttivo a privati – dice Barra – ma, più che a singoli acquirenti, mi rivolgo a imprenditori che possano essere interessati ad uno o più degli edifici previsti. E’ un modo per sollevare l’attenzione su un progetto di riqualificazione del territorio che è bloccato da anni. La zona adesso è nel totale degrado ed è occupata, in parte, dagli abusivi”. Il costruttore mostra alcune foto che testimoniano la presenza di baracche fatiscenti e discariche a cielo aperto. “Ho più volte denunciato ed ho avuto la collaborazione della questura e della prefettura – prosegue Barra – ma non sono riuscito a liberare l’area”. “Ho alcune manifestazioni di interesse da parte di imprenditori – conclude il costruttore – ma in queste condizioni è difficile andare avanti”. Ma come si fa ad acquistare un centro commerciale o una clinica o un palazzetto dello sport o anche solo un appartamento da un venditore che non ha il via libera del Comune? Non c’è il rischio che incassi i soldi e sparisca? “Non è questo il caso – ribatte Barra – ci sono tante forme per garantire l’acquirente. Ad esempio, si può depositare la somma da un notaio per un certo tempo (un anno per ipotesi) in attesa di ottenere le autorizzazioni. Oppure si potrebbe, per contratto, impegnare il compratore a versare i soldi solo nel caso di approvazione del progetto da parte dell’amministrazione pubblica. Non ci sarebbe alcun rischio per l’acquirente”. Nei piani del Comune la “Palermo Due” di Paolo Barra però rischia di rimanere solo un sogno.
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