Welfare in Sicilia. L’assessore regionale Antonio Scavone ha raccontato quel che è stato fatto e quel che ancora resta da fare nel sostegno alle fasce sociali più deboli. Ogni giudizio, ovviamente, va calibrato con i tempi che stiamo vivendo. Due anni di pandemia hanno lasciato il segno anche in Sicilia. Poveri, anziani e disabili sono quelli che hanno sofferto di più.

Welfare in Sicilia, ecco gli interventi effettuati dalla Regione

Ospite dell’ultima puntata di Casa Minutella, Scavone ha dato i numeri sul sostegno economico messo in campo dall’amministrazione regionale.

“In tre anni 640 milioni di euro per le disabilità”

Partiamo dal mondo delle disabilità. Scavone non ha difficoltà ad ammettere che “la coperta è troppo corta”. Servirebbero maggiori risorse per dare risposte concrete ai 12.700 disabili gravissimi che risiedono in Sicilia. Numero a cui vanno sommati altri 200 mila disabili gravi.  “In questi 3 anni abbiamo versato complessivamente 640 milioni di euro – indica Scavone – e questa quota di denaro rende bene l’idea dell’investimento a sostegno che abbiamo voluto dare. Inoltre, altri 72 milioni sono stati per promuovere l’inclusione sociale e dare respiro alle famiglie che devono affrontare le disabilità”. Sembra una mole di denaro enorme, ma Scavone afferma che “è sempre una coperta troppo corta per le esigenze della Sicilia”.

Gli interventi della Regione siciliana per la crisi economica causata dalla pandemia

“Siamo stati la prima regione a stanziare risorse per sopperire al momento di grave difficoltà delle famiglie siciliane. Gli interventi variano dal bonus alimentare a risorse per pagare le bollette delle luce e del gas, misure introdotto perché immaginavamo un momento di grave difficoltà, se non di disperazione delle famiglie siciliane”, è la tesi di Scavone.

Ecco l’ammontare degli interventi finanziari effettuati dalla Regione siciliana. “Abbiamo messo a disposizione 100 milioni di euro, 30 milioni provengono dal Fondo sociale europeo (sono risorse nella nostra disponibilità, spiega l’assessore) mentre  70 milioni arrivano dai fondi POC (Piani operativi centralizzati)”.

Non è stato semplice distribuire quelle risorse: “30 milioni li abbiamo dati immediatamente, per la distribuzione delle altre somme ci sono stati dei problemi. Alcuni comuni rifiutavano quelle risorse (a partire dal Comune di Palermo), perché la gestione burocratica di quei fondi rischiava di essere troppo complicata. Per questo motivo – e ne sono particolarmente orgoglioso – 30 milioni sono stati poi recuperati e destinati a finanziare la legge sulla povertà.  Metà di quella somma è stata utilizzate per accoglienza, per dare risorse alle strutture che distribuiscono pasti e poi per gli alloggi definivi.  Altri 15 adesso andranno alle associazioni non profit. Non saranno distribuite a pioggia. Sono somme vincolate alla storia e al curriculum di quelle associazioni, perché vogliamo che quelle risorse non vadano sprecate”.

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