In tanti hanno risposto all’appello per salvaguardare la Mufara.
Venerdì 22 aprile si è tenuta una marcia-escursione alla vetta della Mufara, in zona A nel Parco delle Madonie.

Gli organizzatori della manifestazione

La marcia è stata organizzata dal Cai Sicilia insieme a Legambiente, WWF, Lipu, Italia Nostra, GRE, Rangers d’Italia con l’adesione di decine di associazioni ambientali e culturali.

I manifestanti hanno raggiunto la faggeta più a sud d’Europa candidata a patrimonio Unesco

Gli oltre duecento partecipanti, arrivati da tutta la Sicilia, sono partiti dal Rifugio il Grifone a Piano Battaglia e, percorrendo il sentiero, sono arrivati in silenzio, nella faggeta più a sud d’Europa, candidata a patrimonio dell’umanità Unesco, con ancora un leggero innevamento dei sentieri, alla cima dove è stato individuato il luogo dell’eventuale costruzione di un osservatorio astronomico che porterebbe in questo luogo, all’apice della conservazione ambientale, oltre 4000 mc di cemento oltre ad una strada carrozzabile per arrivare con mezzi motorizzati in cima alla Mufara, a oltre 1800 metri sul livello del mare.

Ciulla (Wwf): “Non venga deturpato un luogo naturale ricco di biodiversità”

Pietro Ciulla, Delegato regionale WWF Italia e Presidente WWF Sicilia Nord Occidentale, ha voluto sottolineare che “verranno analizzate minuziosamente le carte e il progetto non appena resi disponibili dall’ente parco. L’argomento, particolarmente delicato, non vuole sottovalutare l’aspetto scientifico del progetto, ma occorre valutare l’effettivo utilizzo dello stesso quando già è presente un impianto attivo in zona. Questa pacifica, educata e pacata marcia delle associazioni ambientaliste, coese contro questa installazione, vuole sensibilizzare i cittadini e le istituzioni affinché non venga deturpato uno dei luoghi naturali che rappresenta quel che è rimasto dei preziosi ambienti ancora selvatici e ricchi di biodiversità che sono rimasti in Sicilia”.

“Pericoloso precedente, letale per le nostre riserve”

Ha concluso Ciulla: “Le riserve infatti sono nate per essere luoghi di conservazione e non di cementificazione. Vigileremo ed eventualmente prenderemo le opportune decisioni mirate a preservare tutti i luoghi protetti. Non si può, con la scusa della ricerca scientifica (che non è inerente alla istituzione del parco) costruire in zona A di parco. Si creerebbe un pericoloso precedente, letale per le nostre riserve”.

(foto fornite dal Wwf)

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