• San Giuseppe Jato e San Cipirello zona rossa
  • I controlli dei carabinieri sul territorio
  • Una persona sanzionata su 150 controlli effettuati la media

I controlli

Controlli intensi e pervasivi sul territorio a fronte di un grande senso di responsabilità riscontrato nei cittadini. Questo il bilancio dei carabinieri sui controlli svolti nell’area compresa tra San Cipirello e San Giuseppe Jato da quando è stata istituita la zona rossa, dal 25 febbraio,  per l‘aumento dei contagi.

“Dall’inizio della zona rossa quindici sanzioni, i cittadini hanno rispettato e si sono uniformati alla normativa vigente – così il capitano Andrea Quattrocchi comandante della Compagnia di Monreale -. La percentuale è di una persona sanzionata su 150 controlli effettuati. Quindi abbiamo notato un grande senso di responsabilità da parte dei cittadini  ed invitiamo a continuarlo a dimostrare, questo per uscire da questa situazione ma anche dopo che saranno finite le restrizioni attuali. Come carabinieri siamo presenti h24 con quindici militari sul territorio  e siamo al fianco dei cittadini per qualsiasi necessità quindi non solo per effettuare controlli ed elevare eventuali sanzioni ma aiutare e sostenere chi si trova in difficoltà anche a causa delle restrizioni. Stiamo verificando alcuni eventi, riunioni di persone che hanno superato soglie consentite ma non si tratta di feste dalle prime verifiche  sembra non abbiano inciso sul numero dei contagi”.

L’istituzione della zona rossa

San Cipirello e San Giuseppe Jato, in provincia di Palermo, da giovedì 25 febbraio diventeranno “zona rossa”. Lo prevede un’ordinanza del presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, appena pubblicata sul portale istituzionale.

Il provvedimento, preso d’intesa con l’assessore alla Salute Ruggero Razza – viste le note dei Comuni e le relazioni del dipartimento di Prevenzione dell’Asp – serve a salvaguardare la salute pubblica e contrastare la diffusione del Coronavirus nel due centri. Le misure restrittive resteranno in vigore fino a giovedì 11 marzo. Previsto il divieto di accesso e di allontanamento dal territorio comunale, con mezzi pubblici o privati, fatta eccezione per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute.

Sarà sempre consentito il transito, in ingresso e in uscita, per il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza, nonché per gli operatori sanitari e socio-sanitari e per il personale impegnato nell’assistenza alle attività inerenti l’emergenza. Ammessi anche l’ingresso e l’uscita di prodotti alimentari, sanitari e di beni o servizi essenziali. Inoltre, rimane consentito il transito esclusivamente per garantire le attività necessarie per la cura e l’allevamento degli animali, nonché per le attività imprenditoriali non differibili in quanto connesse al ciclo biologico di piante.
Disposto il divieto di circolare, a piedi o con qualsiasi mezzo pubblico o privato, ad eccezione di comprovate esigenze di lavoro, per l’acquisto di generi alimentari e beni di prima necessità, per ragioni di natura sanitaria, per stato di necessità imprevisto e non procrastinabile o per usufruire di servizi o attività non sospese.

Sospese tutte le attività: didattiche e scolastiche, di ogni ordine e grado; degli uffici pubblici (fatta salva l’erogazione dei servizi essenziali e di pubblica utilità); commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità, anche se esercitate nelle medie e grandi strutture di vendita (compresi i centri commerciali). Chiusi i centri commerciali e gli outlet a eccezione delle attività commerciali al dettaglio (generi alimentari e di prima necessità).
Rimangono aperte le edicole, i tabaccai, le farmacie e le parafarmacie secondo gli ordinari orari di lavoro. Nei giorni festivi è vietato l’esercizio di ogni attività commerciale, a eccezione di edicole, tabaccai, farmacie e parafarmacie. Consentita sempre la vendita, con consegna a domicilio, dei prodotti alimentari e dei combustibili per uso domestico e per riscaldamento.

L’allarme a Caccamo

Scatta l’allarme contagio nel Paese di Caccamo in provincia di Palermo, la stessa provincia nella quale si trova l’unica zona rossa siciliana attualmente attiva.

I positivi al Covid a Caccamo sono 77, 8 ricoverati e il sindaco Nicasio Di Cola, dopo il parere positivo dell’Asp ha firmato l’ordinanza per la sospensione temporanea dell’attività didattica in presenza e della chiusura dei plessi del liceo delle scienze umane “monsignor Panzeca” e dell’istituto alberghiero “Mico Geraci”.

La sospensione delle lezioni in presenza parte da oggi e fino a sabato 13 marzo. “La particolare situazione gravata dal numero di contagi da Covid19 registrati nel nostro comune – dice il sindaco – impone l’adozione di misure di prevenzione e contenimento a tutela della salute pubblica