Sicilia zona rossa dall’11 al 31 gennaio. Tutta l’isola potrebbe essere dichiarata area ad alto rischio di contagio e far scattare le misure da lockdown con negozi e attività chiuse per 14/21 giorni.

Il rischio esiste nonostante i numeri ad oggi non lo giustifichino. L’ipotesi è al vaglio del Comitato tecnico scientifico siciliano che potrebbe avanzare questa proposta al Presidente della Regione Nello Musumeci. Il governo della Regione ha, infatti, chiesto un parere che il Cts emetterà in serata. Sulla base di questo parere il Presidente della Regione prenderà le sue decisioni confrontandosi anche con il Ministro della salute Roberto Speranza.

La situazione

Oggi tutta Italia, Sicilia compresa, è in zona gialla. Nel fine settimana del 9 e 10 gennaio sarà in zona arancione. Da lunedì 11 tornerà la differenziazione fra colori. Allo stato attuale la Sicilia ha un indice Rt che la collocherebbe al margine superiore della zona gialla. Un indice che nella valutazione di venerdì, però, potrebbe collocarla, in base agli attuali paramentri, in zona arancione. Se non cambiano gli indici utilizzati per la valutazione dei colori, dunque da lunedì la Sicilia potrebbe essere arancione. Gli indici, comunque, potrebbero essere cambiati ma non prima del nuovo decreto legge o Dpcm che avrà valore dal 15 o 16 gennaio.

Il rischio

Nonostante i numeri assegnino alla Sicilia al massimo la zona arancione c’è comunque il rischio di ricorso alla zona rossa. Il Comitato tecnico scientifico siciliano, infatti, sta valutando la tendenza alla risalita dei contagi che negli ultimi due giorni è stata preoccupante. Il lockdown delle feste non è servito a nulla, al contrario ci sono stati festeggiamenti, cene e messe e il contagio adesso rischia di esplodere. Una visione tendenziale potrebbe portare alla scelta di anticipare la zona rossa per arginare l’epidemia subito. Il pare del Cts stasera, le scelte della Regione subito dopo e comunque entro domani per poi avviare il confronto con Roma.

Le conseguenze

La dichiarazione di zona rossa fino a fine gennaio significherebbe chiusura per tutti i negozi, spostamenti da casa solo per motivi di lavoro, salute o urgenza e comunque con autocertificazione ma è probabile qualche deroga rispetto al regime stringente che abbiamo conosciuto a marzo, bar e ristoranti chiusi al pubblico e che operano solo con consegne a domicilio o asporto e stop alla ripartenza delle scuole con ricorso massiccio alla didattica a distanza.

La decisione, comunque, non è ancora stata presa

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